PICCOLO GLOSSARIO FOTOGRAFICO
A
ABERRAZIONE
Inperfezione
del fotogramma dovuto quasi sempre dall’obiettivo utilizzato. Le più comuni
aberrazioni sono quelle cromatiche e sferiche. Quelle cromatiche sono causate
dai raggi di luce con differenti lunghezze d’onda che vanno a fuoco a distanze
differenti dall’obiettivo. Le aberrazioni sferiche sono dovute alla forma
stessa dell’obiettivo.
ALONE
È
una sfocatura dell’immagine generata dalla luce che è passata attraverso una
pellicola, ma che si è riflesso sul retro, usualmente fuori dal dorso della
macchina fotografica.
AMBROTIPIA
Vecchio
procedimento fotografico attraverso l’esposizione di un sottile negativo al
collodio. Se il negativo veniva disposto su uno sfondo scuro si vedevano toni
leggeri pastello/crema del fotogramma come parti luminose della scena
fotografata.
ANAGLIFO
Immagine
realizzata con immagini di colori diversi (usualmente rosso e verde) che, se
scorta attraverso filtri colorati con colori corrispondenti, rende un effetto
di tridimensionalità.
APERTURA DEL DIAFRAMMA
Apertura
regolata da gradazioni, oramai standardizzate internazionalmente, utilizzata
per controllare la quantità di luce da far passare attraverso l’obiettivo. Per
ottenere una buona profondità di campo bisogna far passare poca luce e quindi
bisogna impostare un’apertura stretta.
ARTEFATTO
Difetto
dei fotogrammi digitali, di solito generato dalla cattiva elaborazione delle
immagini e alla post-produzioni di immagini di piccole dimensioni.
AUTOCHROME
Primo
procedimento di sviluppo di foto a colori. Venivano usate particelle colorate
di amido e un’emulsione gelatinosa di bromuro di argento.
B
BILANCIAMENTO DEL BIANCO
Si
utilizza un campione di bianco - caldo, freddo, neutro - da utilizzate come
bianco standard.
BRUCIATURA
Aumento
dell’esposizione in specifiche zone del fotogramma digitale per scurirle. Il
procedimento contrario è detto schermatura.
C
CALOTIPIA
Procedimento
agli albori della fotografia che utilizzava una carta sensibile alla luce,
realizzata con ioduro d’argento al fine di produrre un negativo. Potevano
essere realizzate più stampe positive con un'unica immagine.
CAMERA OSCURA
Stanza
dove non entra la luce esterna dove si possono trattare i materiali fotografici
fotosensibili.
CAMERA OTTICA
Stanza
o scatola con un foro su di un lato per proiettare l’immagine di una scena
esterna su uno schermo o su un muro.
CANDID-CAMERA
Foto
scattata all’insaputa del soggetto.
CARTE DE VISITE
Piccole
foto (di solito 64 x 100 mm) ritratto utilizzate come dono e come biglietti da
visita nella metà del XIX secolo. Venivano anche collezionati ed erano molto di
moda.
CELLULOIDE
Sostanza
termoplastica composta da nitrato di cellulosa e canfora.
CIANOTIPIA
Vecchio
procedimento fotografico in cui si utilizzava ferricianuro di potassio e
citrato ferrico ammoniacale per la realizzazione di una stampa su carta color
ciano-blu.
CLIPPING
Quando
la parte luminosa o d’ombra di una foto subisce perdita dei dettagli.
COLORE ADDITIVO
Unione
di due o più fasci di luci colorati per realizzare un altro colore.
CONTRASTO
Distacco
tonale tra le parti più luminose e più scure di una foto.
COPPIA STEREOSCOPICA
Due
foto che, unite, creano un’immagine tridimensionale se viste attraverso uno
stereoscopio.
D
DAGHERROTIPIA
Primo
procedimento fotografico adottato in larga scala. Veniva lucidata una lasctra
di rame, poi veniva ricoperta d’argento e, successivamente, da uno strato di
ioduro fotosensibile. La lastra pronta veniva inserito nel corpo della
fotocamera in un alloggiamento che non faceva penetrare la luce; per poi essere
esposta alla scena proiettata nella macchina fotografica attraverso
l’obiettivo. Veniva così creata un’immagine latente sulla lastra, che per
venire “a galla” doveva essere sviluppata esponendola al vapore di mercurio.
DIAFRAMMA
Parte
dell’obiettivo che regola la gradazione di apertura.
DIAPOSITIVA
Immagine
positiva a colori su pellicola trasparente o vetro. Per vederla bisogna
proiettarci sopra la luce. Le moderne diapositive presentano maggiore contrasto
e colori saturi rispetto alle foto su negativi acolori.
DIFFUSIONE
Dispersione
di particelle di luce che crea ammorbidimento di luci e ombre.
DOTS PER INCH (DPI)
Misura
di regolazione per le stampe. Più grande è il numero di punti d’inchiostro per
pollice lineare della stampa, più è alta la sua risoluzione.
E
EMULSIONE
Strato
sottile di gelatina nel quale sono sospesi i Sali d’argento fotosensibili. La
luce provoca una reazione chimica che crea l’immagine fotografica.
ESPOSIMETRO
Strumento
che misura la quantità di luce per regolare il giusto valore di esposizione.
ESPOSIZIONE
Regolazione
della quantità di luce adatta (visione anche soggettiva) da far arrivare alla
pellicola o al sensore della fotocamera per un determinato tempo di
esposizione.
ESPOSIZIONE MULTIPLA
Creazione
di più esposizioni in un’unica immagine.
F/NUMERO
Termine
che siutilizza per per definire la larghezza di apertura del diaframma di un
obiettivo. È espresso come frazione della lunghezza focale : f/11, f/22 e così
via…
FERROTIPIA
Vecchia
tecnica fotografica per la creazione di un’immagine diretta su di una lastra
sensibilizzata al ferro.
FILTRI SOTTRATTIVI
Filtri
per obiettivi utilizzati nella realizzazione delle prime foto a colori. Ogni
foltro fa passare soltanto uno dei tre colori primari della luce. Le foto a
colori venivano realizzati attraverso la sovrapposizione delle tre immagini.
FILTRO
Materiale
in resina o vetro, spesso colorato, da porre davanti all’obiettivo per
modificare la luce che entra. Oppure software che serve per modificare
un’immagine digitale per emulare caratteristiche specifiche di un obiettivo.
FOCALE FISSA
Obiettivo
senza zoom.
FORMATO MEDIO
Formato
immagine 60x60 mm o 60x90 mm.
FOTOMICROGRAFIA
Fotografia
attraverso un microscopio.
FOTOMONTAGGIO
Immagine
creata attraverso la combinazione/fusione di più immagini.
FOTOTESSERA
Foto
che ritrae testa e spalle di una persona usata per scopo promozionale o per
documenti.
G
GARZA
Rete
o tessuto usati per schermare e diffondere la luce diretta, ammorbidendo i
tratti dei soggetti.
GELATINA
Sostanza
semitrasparente ottenuta dalla bollitura di acqua e tessuti animali. Utilizzata
come elemento di sospensione dei cristalli sensibili alla luce che formano le immagini sulla pellicola
fotografica.
GICLÉE
Stampe
digitali per belle arti realizzate con stampanti a getto d’inchiostro.
GRANDANGOLO
Grandezza
focale che riprende un ampio angolo visuale, di almeno 50°.
GRANDE FORMATO
Immagine
di formato più grande di 60x90 mm, come ad esempio il 5x4.
I
IMMAGINE LATENTE
Immagine
registrata su lastra o pellicola che deve essere resa visibile dal processo di
sviluppo.
INFINITO
Regolazione
dell’obiettivo nella quale i raggi luminosi entrano nell’ottica paralleli tra
loro.
INNESTO A BAIONETTA
Un
metodo di fissaggio per gli obiettivi delle fotocamere. Vengono utilizzate
linguette poste sul lato posteriore dell’obiettivo che si incantrano con
linguette poste sulla parte frontale della telecamera.
ISO
Indice
internazionale di sensibilità alla luce delle pellicole. Nelle fotocamere
digitali aumentando l’iso si aumenta l’amplificazione del segnale.
L
LASTRA
Lastra
di vetro o metallo con rivestimento chimico sensibile alla luce usata nei primi
atti della fotografia.
LENTE
Pezzo
di vetro curvato utilizzato per cambiare la direzione dei raggi luminosi.
LUCE AMBIENTALE
La
luce a disposizione del luogo senza l’aggiunta di illuminazione artificiale, o
almeno di strumenti d’illuminazione fotografici quali flash o altri.
LUCE INCIDENTE
La
luce che colpisce una superficie. (Non quella da essa riflessa).
LUMINOSITÀ
Impressione
(soggettiva) della quantità emessa o riflessa in una scena.
LUNGHEZZA FOCALE
Distanza
tra il centro ottico dell’obiettivo e l’immagine nitida di un soggetto, da esso
all’infinito.
M
MEGAPIXEL
Un
milione di pixel. Misura usata per esprimere la risoluzione dei sensori delle
fotocamere digitali.
MESSA A FUOCO AUTOMATICA
O AUTOFOCUS
Sistema
che utilizza sensori per mettere a fuoco il soggetto in maniera automatica.
MICRO QUATTRO TERZI
Sistema
digitale standard con dimensione di sensore di 17,3 x 13 mm (con ingrandimento
delle focali di 2x), ideato da Olympus e Panasonic nelle loro fotocamere
compatte PEN e Serie G.
MONOCROMA
Immagine
composta dai colori nero, grigio e bianco che può essere anche colorata.
N
NEGATIVO
Immagine
nella quale i colori e le zone di luce e ombra sono invertite. Per sviluppare
un negativo bisogna farlo attraversare da una luce proiettata su carta
sensibile, creando una stampa fotografica positiva.
O
OBIETTIVO
Dispositivo
composto da più lenti che, ricevendo la luce dal soggetto, la riflettono sul
piano focale.
OBIETTIVO A FOCALE FISSA
Obiettivo
a lunghezza focale fissa.
OBIETTIVO ACROMATICO
Progettato
per correggere alcune aberrazioni causate dalla dispersione della luce che si rinfrange
attraversandolo.
OBIETTIVO DI RIPRESA
Obiettivo
che fa passare la luce per formare l’immagine; a differenza dell’obiettivo di
mira che serve per guardare la scena da fotografare.
OBIETTIVO PETZVAL
Composto
da due serie di doppietti acromatici con al centro un fermo per l’apertura del
diaframma. Nell’800 questo tipo di obiettivo ha aiutato molto i ritrattisti
accorciando i tempi di esposizione e migliorando la messa a fuoco.
OTTURATORE
Meccanismo
interno alla fotocamera che scatta a velocità variabili rispetto al tempo di
esposizione alla luce di un sensore o una pellicola che il fotografo ha
regolato.
P
PANNING
Movimento
orizzontale della macchina fotografica utilizzato per creare suggestivi effetti
fotografici mentre si segue un’azione.
PANORAMA
Veduta
che ingloba in una singola foto una scena anche a 360°.
PAPARAZZO
Fotografo,
spesso invadente, che scatta foto di nascosto o a sorpresa ai vip da pubblicare
a giornali o riviste di gossip.
PARALLASSE
La
differenza del visibile attraverso la lente del mirino e quella dell’obiettivo.
PARTE IN LUCE
La
parte maggiormente luminosa di una foto.
PELLICOLA VELOCE
Pellicola
molto sensibile alla luce che quindi richiede minori tempi di esposizione per
catturare una illuminazione adeguata.
PISTOLA FLASH
Strumento
che produce un breve lampo luminoso per illuminare la scena da ritrarre.
PITTORIALISMO
Stile
fotografico della fine dell’800 e dell’inizio del ‘900 nel quale i soggetti
venivano disposti nella scena e registrati in maniera sfuocata o flou piuttosto
che ritratti realisticamente.
PIXEL (PICTURE ELEMENT)
L’unità
di misura minore della fotografia digitale.
PLATINOTIPIA (O STAMPA AL
PLATINO)
Tecnica
di stampa utilizzante carta sensibilizzata alla luce con cloropatinito di
potassio. Utilizzata per la realizzazione di stampe di alta qualità.
POSITIVO
Stampa
nella quale le luci, le ombre e i colori sono gli stessi della scena
fotografata. Il contrario della stampa negativa.
PRIMARI ADDITIVI
Il
rosso, verde e il blu in grado di formare qualsiasi altro colore se fusi
insieme.
La
loro luce combinata è chiamata “luce bianca”.
PRIMARI SOTTRATTIVI
Il
ciano, magenta e giallo, usati per realizzare tutti gli altri colori nella
stampa fotografica. Operano assorbendosi o “sottraendosi” l’un l’altro a diversi
gradi di fusione.
PROCEDIMENTO AL COLLODIO
Vecchio
procedimento fotografico in grado di dare un’ottima resa dei dettagli, ma
complicato da usare. La lastra di vetro da esporre doveva essere preparato con
vari materiali chimici comprendenti ioduro di potassio e collodio, per poi
essere utilizzata nel giro di pochi minuti ancora umida. L’immagine negativa
prodotta dall’esposizione doveva essere sviluppata subito.
PROCEDIMENTO PAGET
Antico
procedimento a colori che usava due lastre di vetro: una negativa standard in
bianco e nero e una lastra a colori con filtri rosso, verde e blu. I filtri
andavano esposti insieme per creare una fotografia colorata.
PROCEDIMENTO VIVEX
Vecchio
procedimento che utilizzava tre lastre negative ciano, magenta e giallo esposte
contemporaneamente. Quando stampane una sull’altra esse producevano l’immagine
a colori.
PROFONDITÀ DI CAMPO
Distanza
nitida tra la parte più vicina e la parte più lontana di una scena.
Q
QUADRICROMIA
Inchiostri
primari utilizzati per la stampa commerciale e pubblicitaria che rappresentano
il ciano, il magenta il giallo e anche il nero.
R
REFLEX (SLR)
Fotocamera
con mirino che mostra una scena attraverso lo stesso obiettivo che proietterà
la scena sul sensore o sulla pellicola.
REFLEX BIOTTICA
Macchina
fotografica che monta due obiettivi di pari lunghezza focale uno per comporre
la fotografia e un altro per proiettarlo sul sensore o la pellicola.
REPORTAGE
Serie
fotografica che compone un racconto attraverso il passaggio del tempo e la
narrazione dei fatti, anche attraverso la resa delle emozioni all’osservatore.
RIFILATURA
Rimozione
di zone non desiderate dell’immagine, ottenuta con tagli sulle stampe fisiche o
attraverso software appositi sulle immagini digitali.
RIFLESSO PARASSITA
(FLARE)
Luce
non voluta ed eccessiva di un’immagine.
RISOLUZIONE
Misura
dei dettagli di un fotogramma o numero di pixel di un sensore o di un’immagine
digitale.
ROTOCALCOGRAFIA
Pressa
per la stampa utilizzante un cilindro metallico sul quale è inciso chimicamente
l’immagine o il testo da riprodurre. Utilizzata per produrre grandi tirature
delle prime riviste e giornali illustrati.
S
SCALA DI GRIGI
Misura
delle sfumature tra il nero e il bianco di un’immagine.
SCANSIONE
Copia
digitale di un’immagine stampata che crea
un file digitale di una data dimensione.
SCHERMATURA (DODGING)
Il
contrario di “bruciatura”. Riduzione di esposizione di una zona del fotogramma per
renderla più leggera.
SENSORE
Chip
sensibile alla luce di una fotocamera digitale.
SINCRO FLASH
Dispositivo
per sincronizzare il tempo del flash con l’apertura e la chiusura
dell’otturatore.
SISTEMA ZONALE
Creato
dai fotografi Ansel Adams e Fred Archer per determinare l’esposizione e lo
sviluppo ideali di una pellicola.
SOLARIZZAZIONE
Inversione
di tonalità quando una stampa viene esposta alla luce in sede di sviluppo.
Usata anche per realizzare suggestivi effetti artistici. L’effetto Sabattier è
un’inversione parziale.
SPECCHIO A RITORNO
ISTANTANEO
Parte
di una fotocamera reflex, che utilizza uno specchio per riflettere la luce
dall’obiettivo al mirino. Questo tipo di specchio, utilizzato dalle moderne
fotocamere, ritorna al suo posto alla fine dell’esposizione senza bisogno
dell’intervento del fotografo.
SPECCHIO CLAUDE
Specchio
annerito e convesso utilizzato alla fine del ‘700 e all’inizio dell’800 che
dava ai soggetti impressi sulla sua superficie l’apparenza di dipinti.
STAMPA A CONTATTO
Stampa
realizzata attraverso l’esposizione di una carta fotosensibile a contatto con
un negativo.
STAMPA AL CARBONE
Vecchia
tecnica di stampa a contatto che utilizzava un pigmento come l’inchiostro al
carbone su gelatina fotosensibile per il trasferimento di un’immagine positiva
su carta, realizzando un’immagine nera leggermente in rilievo.
STAMPA ALL’ALBUMINA
Tra
le prime tecniche di stampa fotografica. Un foglio di carta rivestito di albume
e immerso in nitrato di argento fotosensibile. L’albume donava alla stampa toni
caldi e una levigata lucentezza.
STAMPA ALLA GOMMA
BICROMATA
Usata
tra la fine dell’800 e il primo ventennio del ‘900, realizzata con pigmenti
colorati sospesi in gomma arabica, resi fotosensibili con bicromato di potassio
o di ammonio. Queste stampe avevano l’aspetto di disegni al carboncino con
pochi dettagli e ampie gamme tonali.
STAMPA COMBINATA
Utilizzo
di più negativi per la realizzazione di un unico positivo.
STAMPA IN GELATINA
D’ARGENTO
Stampe
comuni in bianco e nero diffusesi nell’ultimo ventennio dell’800, attraverso
carta rivestita di alogenuri d’argento sospesi in gelatina.
STEREOSCOPIO
Dispositivo
che crea l’illusione di vedere in tre dimensioni. Osservando due foto della
stessa scena rappresentanti le visioni dell’occhio destro e sinistro, la
fusione di esse in un’unica immagine fa sembrare la scena tridimensionale.
SVILUPPO
Trasformazione
chimica di un’immagine latente su pellicola in un’immagine visibile in maniera
permanente.
T
TABLEAUX VIVANTS
Foto
di scene attentamente studiate. Tecnica associata alla corrente pittorialista.
TECNICA
DEL FOTOGRAMMA (O SENZA OBIETTIVO)
Gli
oggetti solidi vengono posti su carta fotosensibile creando zone mascherate e
ombre quando la carta viene esposta alla luce.
TELEMETRO
Sistema
per la messa a fuoco che raggruppa nel mirino due immagini della stessa
scena viste da angolature lievemente diverse.
Il regolatore di messa a fuoco sull’obiettivi viene ruotato fino a ottenere la sovrapposizione esatta delle due
immagini; solo allora la scena è a fuoco.
TELEOBIETTIVO
Focale
zoom con angolo di ripresa ristretto, di
circa 35° o meno.
TINT
Colorazione
generale, usualmente leggera, che tende a coprire le zone maggiormente dense
dell’immagine.
TREPPIEDE
Base
composta da tre piedi per sostenere la fotocamera ed evitare vibrazioni.
V
VIGNETTATURA (VIGNETTING)
Oscuramento,
voluto o non voluto, degli angoli di una fotografia mediante il blocco dei
raggi luminosi.
VIRAGGIO SEPPIA
Procedimento
di alterazione chimica di stampe positive in bianco e nera al fine di
ammorbidirne le tonalità e aumentarne la stabilità. Nel digitale si usa si
utilizza ber dare un tocco vintage e nostalgico alle foto.
Z
ZOOM
Obiettivo con focale e angolo di campo variabili senza cambiare la messa a fuoco.
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