Intervista all'ing. Pietrangelo Gregorio (Sulla travagliata storia del Monumento a Toto' e non solo)


Napoli,
Sabato 8 febbraio 2014 – Continuando la nostra lotta per intestare piazza
Principe Umberto al grande Totò, abbiamo incontrato l’ingegner Pietrangelo
Gregorio per farci raccontare la travagliata storia del monumento a Totò,
voluto per generosa iniziativa i tantissimi cittadini ed artisti napoletani e
finito per lunghi anni in un deposito del Comune del Maschio Angioino.

L’ing. Gregorio ci racconta la
travagliata storia del monumento a Totò:
Il
15 aprile 1978, in occasione dell’ 11° anniversario della morte di Totò,
facendosi interprete delle numerose richieste da parte dei telespettatori di
ricordare degnamente il grande artista napoletano, l’ing. Pietrangelo Gregorio
propose nel corso della sua trasmissione “Filo Diretto” su Canale 21 di
intestare e di erigere un monumento a Totò.

L’allora
sindaco di Napoli, Maurizio Valenzi, pur condividendo tale iniziativa, si disse
rammaricato di non avere disponibilità finanziarie per provvedere alla
costruzione del monumento, ma s’impegnò ad intestare una strada ad Antonio de
Curtis, cosa che realmente fece, intestandogli un modesto vicoletto di via
Foria.

Sempre
attraverso la trasmissione “Filo Diretto” l’ing. Gregorio lanciò un appello,
invitando i cittadini a contribuire per la realizzazione del monumento. L’adesione
fu plebiscitaria e tanti furono i nomi celebri che vi aderirono, come quello del
grande attore Nino Taranto e cominciarono a pervenire le prime offerte
(commuoventi quelle di tanti pensionati che offrivano 1000 lire).
Per
assicurare la massima trasparenza fu invitato il notaio Carlo Iaccarino che
generosamente si prestò a ricevere e documentare le varie entrate.

Dopo
qualche giorno fu sospesa la raccolta di fondi e fu accettata la proposta del
pittore Aldo Bondi, il quale, offrendo tre quadri, suggeriva di invitare tutti
gli artisti ad offrire una loro opera il cui ricavato sarebbe stato devoluto
per la realizzazione del monumento.
La
risposta fu immediata. Tra i primi artisti in ordine di tempo a mobilitarsi per
la memoria del grande Totò, Gennaro Sguro, Antonio Morgese, Alfonso Grasso,
Antonio Bertè, Italia Gaeta Gaia, Austin Forte, Antonio Asturi, e altri 240
artisti.
Il
passo successivo fu quello d’indire un pubblico concorso rivolto agli scultori
per la realizzazione del bozzetto della statua di Totò.

Per
tenere desto l’entusiasmo dei napoletani nei confronti dell’iniziativa,
d’accordo con Canale 21, fu organizzato uno spettacolo con cadenza settimanale
dal titolo “Napoli per Totò”. La conduzione fu affidata ad Antonio Guadagno ed
a Lucia Cassini. A questo spettacolo parteciparono tutti i principali attori
napoletani, fra i quali Nino Taranto, Pietro De Vico, Anna Campori, Luisa
Conte, e tanti altri.

Per
coordinare al meglio le varie e complesse attività connesse alla realizzazione
del monumento l’intera organizzazione fu affidata a Gigi Pietra, vecchio amico
di Totò, che accettò con entusiasmo l’incarico e curò l’intera organizzazione
con profonda competenza e generosa dedizione. Tutto veniva svolto in diretta
televisiva con la collaborazione del notaio Carlo Iaccarino.

Si
formò in tal modo una commissione giudicante composta da critici d’arte e
uomini di cultura, quali il professor Paolo Gaetani D’Aragona, Gino Grassi,
Angelo Calabrese, Sandro Calenda, Antonio Scotti, Orazio Mazzoni, Ermete
Valenza, Rino Capodanno e altri. Tra i 13 bozzetti presentati fu scelto a larga
maggioranza quello del prof. Vincenzo Giggiano Borrelli.

Oltre
al parere degli esperti si volle conoscere anche quello dei cittadini: furono
scelti a caso 300 spettatori che furono invitati a Canale 21 per esprimere le
proprie preferenze. 280  preferenze
andarono allo stesso bozzetto scelto dalla commissione.

Con
la vendita all’asta delle opere, svoltasi in diretta televisiva, si ebbe
un’entrata globale di oltre 54 milioni di lire con i quali fu realizzata una
statua in bronzo alta 2,20 metri.

Con
una manifestazione alla quale presero parte migliaia di cittadini, l’ass.
Gennaro D’Ambrosio, in rappresentanza della Regione Campania, e vari assessori
comunali, la statua venne offerta al Comune di Napoli il 9 luglio 1986, il
quale, si riservava le spese per la realizzazione del basamento.

L’Amministrazione
decise in un primo tempo di ubicare il monumento nella Villa Comunale e
successivamente a piazza Cavour, ma il continuo variare di sindaci, assessori e
commissari rinviò sine die tale decisione.

Tra
gli uomini di cultura ci fu anche qualche furioso detrattore, in particolare
alcuni fautori dell’arte informale che mostrarono particolare virulenza nei
confronti di quest’opera rappresentate, a loro dire, della “sorpassata arte
figurativa”.
Si
diceva anche che “un trapezio di marmo nero avrebbe meglio rappresentato Totò”,
in riferimento alla sua classica mascella asimmetrica.
In
ogni caso, qualsiasi altra statua, sia pur realizzata dal miglior artista
contemporaneo, non avrebbe mai potuto custodire i simboli, i valori ed i
genuini sentimenti contenuti nella statua voluta e realizzata dal popolo
napoletano.

La
statua è rimasta per quasi due decenni dimenticata negli scantinati del Maschio
Angioino, poi, finalmente, il 17 aprile 1999, è stata ubicata in via Sigmund
Freud (Rione Alto) in un’inaugurazione alla quale presero parte numerose
autorità cittadine e la figlia dell’indimenticato artista, Liliana de Curtis.

In questa intervista non abbiamo
trattato soltanto la lunga e tortuosa storia del monumento a Totò voluto dal
popolo napoletano, la anche – senza nascondere il nostro orgoglio – un po’ di
alcuni originali primati tecnologici napoletani:

Partendo
da alcuni interessantissimi spunti trovati sul libro di Anna Maria Ghedina “Da
Gregorio a Berlusconi – La vera storia della televisione libera. I primati
napoletani” (Vittorio Pironte Editore), abbiamo voluto conoscere qualcuno degli
oltre trecento brevetti registrati dall’ingegner Pietrangelo Gregorio.

Chi è l’ingegnere ed inventore
Pietrangelo Gregorio?
Sul
libro leggiamo che “Laureatosi in ingegneria elettronica ed ottica in Francia,
si è dedicato all’attività di ricerca realizzando oltre 300 brevetti per
proprio conto e per conto di ditte nazionali e multinazionali, e che otto sue
invenzioni hanno ottenuto la medaglia d’oro ai Saloni Internazionali delle
Invenzioni di Bruxelles e di Ginevra”.

Forse
non tutti sanno che nell’oramai lontano 1966 ha creato a Napoli la prima televisione
libera via cavo in Italia, la “Telediffusione Italiana Telenapoli”; che negli
anni 1950 ha sviluppato la più potente, versatile ed economica macchina
fotografica 3D e che ha realizzato e prodotto delle lenti ultraportatili per la
visualizzazione di fotografie 3D.

Tra
le sue invenzioni più all’avanguardia sicuramente va menzionato il suo vinile
(45 giri) a modulazione di forma tonda il quale riusciva a contenere circa 700
brani – potremmo dire un MP3 ante litteram - come da lui simpaticamente raccontato
“un enorme successo tecnologico, ma purtroppo anche un grande flop
commerciale”.

Quali sono i suoi attuali traguardi?

Attualmente
l’ingegner Gregorio è impegnato nella divulgazione e nella diffusione di una
sua recente invenzione che potremmo definire “3D democratico e per tutti”.
Grazie
a questa invenzione ogni emittente televisiva digitale terrestre potrà
finalmente produrre e trasmettere programmi tridimensionali (con ottima
fuoriuscita dallo schermo), cosa finora possibile soltanto alle emittenti
satellitari.
Per
la visualizzazione in 3D su tutti i normali televisori sarà necessario soltanto
munirsi di occhiali dal costo di 0,90 centesimi.

Ogni
giorno vengono trasmesse quattro prove tecniche di trasmissione in 3D su
“TeleCapri” (Canale LCN 76) alle ore 8,50 e su “CapriNews” (Canale LCN 74) alle
ore 14,30 – 16,30 – 21,30. (Per ulteriori info: info@sitovip.it).

Testo e video di Luigi Ventriglia
Mensile “Lo Strillo”
Via Toledo, 210 Napoli

Commenti

Post popolari in questo blog

Ho sempre voluto accarezzare l’orizzonte e il tramonto...

Bisogna potenziare la raccolta degli oli esausti per un futuro sostenibile!

Ricordando Totò - 50 Anni dalla scomparsa del grande Totò