Intervista con Carmine Battaglia, giovane e talentuoso attore di “Gomorra - La serie”
“Gomorra
- La serie”, la serie televisiva italiana ideata dallo scrittore Roberto
Saviano, terza trasposizione del suo omonimo best seller - dopo il film “Gomorra” di Matteo Garrone e lo
spettacolo teatrale con la regia di Mario Gelardi - e prodotta da Sky, Cattleya e Fandango, in
collaborazione con LA7 e Beta Film, sin dalla sua prima messa in onda del 6
maggio scorso sul canale Sky Atlantic, ha riscosso uno straordinario successo
di pubblico ed è stata distribuita in 63 paesi nel mondo.
Abbiamo
incontrato Carmine Battaglia, giovane e talentuoso attore che nella serie
interpreta Pino (uno dei giovani membri del clan Savastano), per conoscere
qualcosa in più della sua storia professionale e privata, per sapere qual è il
suo rapporto con questa città unica, con i suoi tanti problemi e con la sua straordinaria
bellezza e le sue immense ricchezze d’umanità, di storia e d’arte, e per
conoscere i suoi prossimi progetti.
Carmine, tu hai interpretato Pino in
“Gomorra - La serie”; cosa ti ha lasciato questa esperienza e questo bagno di
notorietà?
“La
mia interpretazione in “Gomorra - La serie” proprio per lo straordinario
successo internazionale che ha riscosso è stata per me un bel trampolino di
lancio, oltre ad aver costituito una bellissima esperienza e una grandissima
opportunità per la mia carriera di attore, o meglio per la mia passione di
attore. Certo l’interpretazione che per la prima volta mi fece conoscere al
grande pubblico già all’età di 11 anni fu quando interpretai il piccolo
“Aniello” nel film “Giuseppe Moscati – L’amore che guarisce” accanto al grande
Beppe Fiorello, che ricorderò sempre come una persona ed un attore eccezionale.
Io non avevo la disponibilità economica per frequentare scuole di recitazione,
ho appreso a saper utilizzare gli strumenti del mestiere facendo, e Beppe
Fiorello è stato il primo ad avermi dato quegli strumenti e ad avermi insegnato
come usarli, permettendomi di far uscire quello che avevo dentro e di rendere
il mio grande sogno realtà”.
Per lo straordinario successo riscosso,
“Gomorra - La serie” è diventato un vero caso mediatico e di costume. Partendo
da un’idea seria e di denuncia di Roberto Saviano, possiamo dire ora che
ogn’uno si sia ritagliato la propria Gomorra…
ad esempio Youtube è stato riempito da video non ufficiali in cui
sconosciuti giocano nell’immedesimarsi nei ruoli che avete interpretato. Dopo
aver interpretato Pino Pino quali sono le esperienze più curiose che hai vissuto?
“Sì,
su internet riguardo a Gomorra oramai gira davvero di tutto (ride), ad esempio
c’è un video girato da due napoletani su
un ponte di Londra che mi ha fatto davvero ridere, dopo naturalmente la
simpatica satira fatta da The Jackal che si è guadagnata una sua ufficialità al
riguardo, mettendo in luce proprio quei tanti aspetti grotteschi di Gomorra che
tanti sconosciuti hanno iniziato ad reinterpretare e pubblicare in rete. Sì, il
grande successo riscosso da “Gomorra – La serie” ha influito anche sulla mia
vita privata; al riguardo voglio iniziare raccontandoti una esperienza negativa
e chiudere con una cosa simpatica che ho vissuto: qualche tempo fa ero in
discoteca con amici quando ad un tratto si avvicina un tizio e mi chiede:
“Fratemo, ramm o’ piezz!” (ossia “Fratello, dammi un po’ di cocaina”), io ho
cercato di spiegare allo sconosciuto che non eravamo in Gomorra, che non avevo
mai fatto uso di droghe e che la droga mi fa schifo, e lui mi ha risposto: “E
ghià pecché nun se sape ca tu o’ ffaje?!” (“E dai perché non si sa che tu lo
fai?!”). Questa è una cosa che mi ha davvero offeso e che ha evidenziato la
stupidità e l’ignoranza di alcune persone. Invece un’esperienza davvero
simpatica l’ho vissuta quando per strada si è avvicinato un bambino sui sei-sette
anni e mi ha detto: “Ceruzz tene raggione, fann cchiù mmuort e’ sorde che ‘e
pistole!” (Una mia frase presa dal film, “Ciro ha ragione, fanno più morti i
soldi che le pistole”). Mi ha fatto ridere l’ingenua saggezza di quel bambino
che, forse credendo di dire qualcosa di bello e senza pensarci troppo su, ha
detto una grande verità”.
Molti hanno criticato “Gomorra” e
“Gomorra – La serie” dicendo che mettono in luce ed esportano solo gli aspetti
più negativi di Napoli. Tu cosa rispondi?
“Rispondo
col ricordare da dove nasce “Gomorra – La serie”, ossia da un’idea seria e di
denuncia di Roberto Saviano, e col dire che anche i suoi aspetti mediatici più
forti, più pregnanti sono soltanto uno dei tanti mezzi per evidenziare, per
carità un aspetto profondamente negativo, ma soltanto uno dei tanti aspetti di
questa città meravigliosa. Tanti film e serie televisive americane evidenziano
gli aspetti violenti della società statunitense, eppure non mi sembra che
questi riescano a influire sull’opinione mondiale nei riguardi degli Stati
Uniti. È importante rilevare come queste critiche siano state mosse da
napoletani a loro giudizio offesi dall’immagine negativa che in Gomorra veniva
data della loro città. Secondo me solo guardando in faccia senza filtri alla
realtà possiamo sperare di cambiarla. Secondo me noi napoletani dovremmo
iniziare a vivere la nostra grande fortuna di essere nati in questa città
colorata con profonda obiettività e dovremmo iniziare a combattere tutti i
pregiudizi e la mancanza di rispetto che troppo spesso siamo costretti a subire
attraverso il nostro buon esempio”.
Con la morte del grande Pino Daniele
qualche giornale ha anche polemizzato sul fatto che lui abitasse lontano dalla
sua Napoli che aveva cantato in tante sue canzoni… Il grande pubblico ti ha
visto indossare i panni “d’o malament”, ma tu che tipo di napoletano sei e, da
uomo e da artista, cosa senti di voler dare a questa città?
“Penso
che si possa essere ottimi ambasciatori di questa città anche non abitandoci e
farne brutta pubblicità pur vivendo a Napoli. Non so, mi ritornano alla mente
tantissimi eminenti artisti e maestri di sana napoletanità come appunto il
grande Pino Daniele che, grazie alla sua arte ed al suo straordinario spessore
morale, ha sempre portato con orgoglio e rispetto la sua Napoletanità nel
mondo, l’indimenticato Eduardo De Filippo, lo straordinario Totò che, nel suo
ultimo istante di vita, disse: “Portatemi a Napoli!”, e al proposito potremmo
ricordarne tanti altri.
Nel
mio piccolo, piccolissimo, io vorrei aiutare i tanti giovani di questa città a
non perdere la passione per i propri sogni, a combattere ed a cercare di
realizzarli; ecco, parlando di Gomorra, forse è proprio la perdita dei propri
sogni, di sé stessi, che spinge a compiere scelte sbagliate. Naturalmente,
essendo io all’inizio della mia carriera, avendo appena iniziato a realizzare
questo mio sogno di fare l’attore, io non sono in grado di dare aiuti
materiali, ma forse posso aiutare i tanti ragazzi con il mio piccolo esempio,
fatto di passione, impegno e serietà e posso raccontare la mia storia che è in
fondo uguale a quella di tanti ragazzi di questa città nati e cresciuti in un
contesto difficile, dimenticato troppo spesso dalle istituzioni, un contesto
dove è davvero facile sbagliare, dove spesso la voglia di avere tutto e subito
porta giovani eccezionali a percorrere la strada del crimine. Ecco quello che
posso dire ai tanti straordinari “scugnizzi” di questa città è: ‘Valorizzate i
vostri talenti e non perdetevi!’ Anche i sogni per realizzarsi hanno bisogno di
tanto impegno e bisogna avere il coraggio di evitare la via più facile,
soprattutto in un mondo insidioso come può essere quello dello spettacolo dove
spesso si viene illusi da promesse vane. A tal proposito voglio raccontare un
mio strano sogno nato da un’esperienza che ha segnato profondamente le mie
scelte artistiche e di vita: una sera mi trovai con “due piedi in una scarpa”,
dovevo scegliere… La notte feci un sogno strano dove c’era la mia immagine in
uno specchio ed io che mi ripetevo all’infinito: ‘Non permetto alla malavita di
prendersi la mia vita!’. Il mattino seguente mi risvegliai madido di sudore,
con un nodo in gola, come se avessi realmente vissuto e non soltanto sognato
quelle cose. La mia paura in fondo era proprio quella di perdere me stesso, e
scesi per strada con il cuore pieno di una strana inquietudine. Ogn’uno ritrova
se stesso proprio nell’esercizio di perfezionamento delle cose che lo
appassionano. Io quel giorno ritrovai me stesso davanti ad uno specchio,
recitando come in fondo avevo fatto nel sogno”.
Com’è nata questa tua passione?
“Quella
della recitazione è una passione che porto dentro da sempre. Ricordo che avevo
circa sette anni e guardavo molta televisione; i miei film preferiti erano i
western. Non ero uno spettatore passivo, ma guardavo e riguardavo quei film,
cercando poi di far rivivere quel mondo che non esisteva più attraverso dei
piccoli sketch che mettevo su, aiutato dalla memoria e da tantissima fantasia.
Ecco, forse quelli sono i miei primi ricordi connessi a questa mia strana
passione che mi spinge ogni volta a dimenticare me stesso e a diventare altro”.
Parlaci un po’ dei tuoi prossimi
progetti e di un sogno.
“Rispondo
prima alla seconda parte della tua domanda. Io ho un sogno forse un po’ assurdo
(sorride), ma non c’è nulla di male nell’aprire ogni tanto il cassetto e far
guardare i propri sogni. Il mio sogno è quello di poter recitare in un film
accanto a Brad Pitt. I suoi film hanno accompagnato la mia infanzia e la mia
prima gioventù e trovo che sia un attore davvero straordinario, perché, oltre
ad avere uno straordinario carisma, riesce a interpretare tutti i ruoli passando
con disinvoltura dall’interpretazione di personaggi buoni a quella di
personaggi cattivi, e anche quando interpreta il ruolo del cattivo ha la
capacità di far comprendere allo spettatore le proprie ragioni, di farlo
davvero immedesimare nel ruolo che sta interpretando. In questo film
immaginario con Brad Pitt vorrei essere il suo peggior nemico per far uscire e mettere
alla prova tutte le mie capacità recitative ed umane confrontandomi con questo
mostro sacro del cinema mondiale.
Ritornando
invece un po’ più con i piedi per terra, ti parlo del film comico “Noi e la
Giulia” con la regia di Edoardo Leo - che uscirà nelle sale il prossimo 19
febbraio - in cui ho avuto l’onore di recitare accanto a Claudio Amendola,
Carlo Buccirosso, Anna Foglietta, Luca Argentero, Edoardo Leo e Stefano Fresi.
Questo film è davvero un progetto molto interessante in cui il pubblico che mi
ha conosciuto grazie a “Gomorra - La serie” potrà vedere recitare me ed il mio
collega Carmine Monaco - ‘O’ Trak’ in Gomorra -
in una veste totalmente diversa e comica”.
I
nostri cari lettori possono vedere la versione video della presente intervista,
in cui abbiamo anche fatto un piccolo omaggio alla memoria del grande Pino
Daniele, sul nostro canale Youtube “Lo Strillo”, ricercando “Intervista con
Carmine Battaglia, giovane e talentuoso attore di Gomorra - La serie”, o semplicemente digitando
l’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=RNpa03oduLw
Luigi Ventriglia
(Periodico "Lo Strillo", gennaio - febbraio 2015)
(Periodico "Lo Strillo", gennaio - febbraio 2015)
Commenti
Posta un commento