Intervista con Giusy Cristiano: “Io seminuda per denunciare l'ipocrisia e la mancanza di tutela per le donne”

Davvero tanta la curiosità suscitata dai manifesti affissi lo scorso maggio per le strade del centro di Napoli con l’immagine di Giusy Cristiano, una bellissima studentessa in Psicologia seminuda, accompagnata dalla scritta: “Io non voto!”.
Incuriositi anche noi, siamo andati a scoprire chi è Giusy Cristiano e quali sono le motivazioni e le reali intenzioni che hanno originato la sua singolare protesta.
Abbiamo scoperto una ragazza coinvolgente, che, oltre a parlarci della disoccupazione, della mancanza di futuro e della profonda sfiducia nei confronti della politica sentite in questi anni dai giovani, ci ha parlato di femminicidio, del diritto delle donne di sentirsi tutelate e protette e dell’urgente necessità di veder trasformate le tante leggi esistenti in strumenti realmente efficaci, atti a garantire protezione e tutela nei confronti dei soggetti più deboli della società.
Insomma abbiamo scoperto la rivoluzione “G-Key”, che, come da lei promesso, presto invaderà tutti le principali piattaforme social del web.

Giusy, parlaci un po’ della tua singolare protesta e delle ragioni che l’hanno motivata.
“Con il mio manager si parlava delle elezioni regionali e alla fatidica domanda: “Per chi voterai?” io gli ho risposto: “Io non voto!”. In effetti è una cosa che mi porto dentro da lungo tempo, una rabbia che si è formata in questi ultimi anni in cui le cronache sono tristemente affollate da femminicidi, suicidi, tensioni di vario genere. Attraverso la mia immagine seminuda io voglio attirare l’attenzione dei passanti per invitare le persone, almeno quelle più attente e coscienti di cosa significhi la parola democrazia, a fermarsi e riflettere su tutta la democrazia che ancora manca in questo Paese. Un esempio lampante lo abbiamo sotto ai nostri occhi: chi ha votato gli ultimi tre governi? Certo non il popolo!”.

Qual è la cosa che ti ha fatto più arrabbiare nell’attualità più recente?
“C’è un video che sta girando su internet con delle immagini agghiaccianti di una ragazzina che viene trucidata dalla folla. Sono immagini che mi hanno profondamente scossa, che vengono da un Paese “lontano”, ma, a ben pensarci, anche nel nostro Paese si avverte spesso la mancanza di una buona tutela e si avverte l’urgenza di veder trasformate le tante leggi esistenti in strumenti realmente efficaci, atti a garantire protezione e tutela nei confronti delle donne. È questo quello che in questi ultimi giorni ha scatenato la mia rabbia. In verità ci sono tantissimi casi di violenza anche qui, nella nostra democratica Italia, dietro casa nostra. Ed in molti casi le donne non denunciano per paura di ritorsioni, perché le tante leggi esistenti al riguardo vengono spesso applicate con lentezza e scarsa efficacia e non riescono a farsi reali strumenti atti a tutelarci e proteggerci. Ad esempio quanti stalker si sono trasformati in assassini? Troppi!
Poi possiamo aggiungere la mancanza di lavoro e speranza per i giovani, che sono dati reali, inconfutabili, nonostante tutte le promesse che ci sono state fatte”.

Giusy parlaci un po’ della tua vita.
“La mia è stata una vita abbastanza burrascosa, ma anche grazie alla mia storia sono arrivata qua con tutta la mia determinazione. Sono stata cubista e hostess e ho lavorato nei locali notturni per pagarmi gli studi e anche per studiare la psicologia degli uomini. Poi ho fatto tanti altri lavori, come la cameriera, la segretaria ecc…”.

Quando hai lavorato nei locali notturni hai dovuto subire anche un po’ lo squallore di certi uomini?
“Purtroppo le cubiste, le cameriere vengono spesso etichettate da alcuni uomini. Ma io mi domando con quale diritto ci etichettano? Sì, in ettetti in certi lavori è possibile testare tutti i pregiudizi che ancora attanagliano la nostra società, ma proprio grazie all’esperienza acquisita lavorando nei locali notturni ho deciso di portare avanti questo progetto. Perché le persone devono condannare e giudicare una donna che si spoglia e dice: “Io non voto!” e poi andare a votare una classe politica che ci “schiavizza” giorno dopo giorno?”.

Hai promesso che porterai avanti la tua “Rivoluzione G-Key”, parlacene un po’.
“Sì, “G” sta per Giusy e “Key” significa chiave: la chiave che aprirà le porte della piattaforma ed io sarò onnipresente attraverso i miei blog e prometto d’invadere tutti le principali piattaforme social del web con le mie pagine per ascoltare le persone e per confrontarmi con loro, e sarò anche molto vicina alle donne. Io sono molto femminista perché tutte abbiamo, chi più chi meno, sofferto nella vita. Queste sofferenze mi hanno rafforzata e portata dove sono, e per questo ritengo che sia un mio dovere aiutare tutte le donne in difficoltà che incontrerò”.

E, parlando dei pregiudizi e dei soprusi di alcuni uomini, c’è una cosa in particolare che tu hai dovuto subire?
“Vuoi uno scoop?”
Certo!
“Della mia vita si parlerà molto. Ovviamente tutti questi miei progetti nascono perché c’è un passato, non sono cose campate in aria, ma nascono dal mio personale vissuto. C’è poi chi vive delle situazioni più forti e chi no. Sicuramente ti posso dire che sono una persona che ha vissuto tanto, che ha subito tanto, che ha sofferto tanto e che quindi ha tanto da raccontare…”.
Però non mi hai dato lo scoop!
(Sorride)
Uno scoop però ce lo puoi dare: uscirà a breve un calendario…
“Sì, abbiamo deciso di partire per Lampedusa. Sappiamo tutti quello che sta succedendo; le cronache sono tristemente piene delle disgrazie, della povertà di queste persone che sbarcano sulle nostre coste; la morte che ha falciato indistintamente uomini, donne, bambini. Sono successe tante cose e possiamo dire per troppo tempo che nessuno ha mosso un dito e che ancora non si sta facendo molto. A mio avviso questo avviene perché ci sono interessi in ballo.
Andremo a Lampedusa per capire e per far sentire la nostra voce. Attraverso la mia immagine ho la possibilità di lanciare dei messaggi, ne approfitto, lo faccio, come lo farò ogni qual volta che verrò a contatto con situazioni di degrado e di sofferenza, situazioni dove il più forte approfitta del più debole. Userò la mia immagine e mi farò sempre sentire”.

Ci si veste spesso di abiti non propri, forse il denudarsi, oltre ad essere un modo efficace per catturare l’attenzione, può significare spogliarsi dall’ipocrisia e pretendere la verità?
“Esatto, il messaggio è proprio questo. In molti mi hanno chiesto: “Ma se tu fossi stata brutta ti saresti spogliata comunque?” Certo che l’avrei fatto lo stesso, perché è una cosa che mi è nata dentro, mi sono svegliata e l’ho fatto. È una cosa che possono fare tutti. Quando parli con il cuore in mano, quando credi fortemente in una cosa e la porti avanti nonostante tutte le difficoltà che incontri riesci in ogni caso a far arrivare il messaggio. Avevamo bisogno di diffondere questo messaggio di nudità perché la gente è da troppo tempo costretta a vestire panni non propri.
Ci vuole poco per fare un calendario o per fare una fiction, ma ci vuole tanto per stare seminuda e dire: “Io non voto!”, per usare la propria immagine per fini più nobili, importanti, come in questo caso, per cercare di svegliare la coscienza dei cittadini per pretendere di essere trattati come persone e non come numeri”.

Parlaci di tutti i progetti che hai in mente.
“Da questo primo passo nasceranno tanti progetti, come il progetto per i bambini, per le donne, per i giovani. Di tematiche da affrontare ce ne sono tantissime e noi le calcheremo una alla volta, facendo sentire la nostra voce con decisione”.

Una domanda cattiva: non hai mai pensato di trasformare questo tuo impegno comunicativo in un vero e proprio partito politico?
“Il mio partito politico è il partito della gente, quindi bisognerebbe rigenerare tutto, ritornare in piazza, richiamare il popolo, parlare con loro e scegliere davvero insieme. Questa è l’unica politica che riconosco. Anche l’Europa è vista oggi come qualcosa di lontano dalla gente perché le persone sono state tenute lontane dal potere decisionale; non c’è stata mai davvero una reale fusione, altro è quello che ci vogliono far credere, l’immaginario creato ad arte”.

Con il tuo quasi nudo richiami l’attenzione, ma forse il vero successo è quando la gente dimentica la tua immagine e comincia ad ascoltare quello che hai da dirgli?
“L’obbiettivo è proprio questo: andare al di là del nudo, superare l’estetica e parlare di cose serie. Sì, il nudo ha soltanto lo scopo iniziale di catturare l’attenzione. Quello di cui si avverte un urgente bisogno è superare, abbattere le barriere delle apparenze che condannano uomini e donne per poi poter parlare di tematiche importanti. G-Key, questa chiave aprirà delle porte e, quando queste porte saranno aperte, parlerò anche un po’ di me e della mia storia con lo scopo principale di aprirmi, di confrontarmi e cercare di aiutare le persone; perché quello che ogn’uno di noi porta dentro, che possa essere bello o brutto, può diventare un grande tesoro, e quello che io ho dentro non può essere più trattenuto. Questo percorso, che è nato come una nudità, diventerà sempre più un vestirsi di consapevolezza, sarà come dire alle persone: “Spogliatevi e ritrovate i vostri reali desideri ed esigenze”, e la parola d’ordine sarà ‘Rinascita’”.

È possibile trovare la versione video della presente intervista sul nostro canale Youtube “Lo Strillo”, ricercando: “Giusy Cristiano: ‘Io seminuda perdenunciare l'ipocrisia e la mancanza di tutela per le donne’”, o semplicemente digitando l’indirizzo: https://youtu.be/32UzweprRRI

(Ndr: Giusy ha subito un’aggressione la sera prima del voto, mentre stava per rincasare nella propria abitazione. È stata avvicinata da un’automobile con due uomini e una donna, i quali sono scesi e hanno iniziato a strattonarla, rivolgendole frasi ingiuriose).

Luigi Ventriglia
(Periodico “Lo Strillo”, giugno - luglio 2015)

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