L'emozionante incontro con Antonello Pirotto e la scoperta del bellissimo documentario ''Lost Citizens''

Antonello Pirotto mentre ritira il Premio "Il Sognatore" accanto Direttrice Vicaria del Periodico "Lo Strillo", Anna Maria Ghedina
Il mio incontro con il grande Antonello Pirotto

Ieri sera, in occasione della bellissima Festa per i 20 anni del Periodico “Lo Strillo”, tenutasi al Grand Hotel Capodimonte di Napoli, ho conosciuto di persona il grande Antonello Pirotto (che era lì per ritirare il premio “Il Sognatore” istituito da quest’anno dal periodico), operaio cinquantenne dell’EurAllumina di Portovesme in cassa integrazione dal 2009, dopo che la multinazionale russa Rusal , uno dei principali produttori mondiali di alluminio e prodotti derivati, ha deciso di ridurre e dislocare la produzione, fermando lo storico impianto sardo, in funzione dal 1972.

Antonello Pirotto era diventato un simbolo del malcontento italiano nei confronti della politica italiana di questi ultimi anni, quando, il 27 gennaio 2012, con cinque parole: “Non mi rompere i coglioni!”, aveva messo in fuga l’ex ministro Roberto Castelli, dallo studio della trasmissione “Servizio Pubblico” condotta da Michele Santoro.

Cambiano i governi, cambiano le “facce”, ma questo resta sicuramente un sentimento di forte malcontento che tuttora rappresenta le difficoltà che stanno vivendo la stragrande maggioranza degli italiani, acuite da una classe politica che si è configurata sempre più come un potere troppo spesso sordo al grido di disperazione lanciato da tanti, troppi cittadini e lavoratori che hanno perso quelle che un tempo erano considerate basilari certezze e non esprimono altro che una richiesta di “normalità”.

Ad Antonello Pirotto lo avevo intervistato via telefono per un articolo che uscì sul Periodico “Lo Strillo” nel novembre  2012 (molte delle parole scritte sopra vengono proprio da quel pezzo), e ieri ho potuto stringergli la mano.
È stata davvero tanta l’emozione nel confrontarmi con la sua eroica determinazione nel portare avanti, insieme ai suoi compagni di lavoro, la lotta di un intero popolo di lavoratori (quelli del Sulcis Iglesiente) per vedersi riconosciuti i più basilari diritti al lavoro e alla dignità, e tanta è stata la riconoscenza quando mi ha fatto prezioso dono di una bandana dei Lavoratori dell’EurAllumina di Portovesme e di un documentario, “Lost Citizens” che ho visto subito, stesso ieri notte, una volta tornato a casa.
“Lost Citizens” di Carla e Sebastiana Etzo è un documentario mirabilmente girato e montato che consiglio a tutti di vedere. Personalmente mi ha emozionato molto, spingendomi a riflettere su questa assurdità: è davvero incredibile che tanti onesti operai, lavoratori, cittadini debbano combattere e trasformarsi  loro malgrado in eroi, soltanto per sperare di potersi riconquistare la loro normalità e per gridare al mondo la propria dignità.
Luigi Ventriglia

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