L'emozionante incontro con Antonello Pirotto e la scoperta del bellissimo documentario ''Lost Citizens''
Antonello Pirotto mentre ritira il Premio "Il Sognatore" accanto Direttrice Vicaria del Periodico "Lo Strillo", Anna Maria Ghedina
Il mio incontro con il grande Antonello Pirotto
Antonello
Pirotto era diventato un simbolo del malcontento italiano nei confronti della
politica italiana di questi ultimi anni, quando, il 27 gennaio 2012, con cinque
parole: “Non mi rompere i coglioni!”, aveva messo in fuga l’ex ministro Roberto
Castelli, dallo studio della trasmissione “Servizio Pubblico” condotta da
Michele Santoro.
Cambiano
i governi, cambiano le “facce”, ma questo resta sicuramente un sentimento di
forte malcontento che tuttora rappresenta le difficoltà che stanno vivendo la
stragrande maggioranza degli italiani, acuite da una classe politica che si è
configurata sempre più come un potere troppo spesso sordo al grido di
disperazione lanciato da tanti, troppi cittadini e lavoratori che hanno perso
quelle che un tempo erano considerate basilari certezze e non esprimono altro
che una richiesta di “normalità”.
Ad
Antonello Pirotto lo avevo intervistato via telefono per un articolo che uscì
sul Periodico “Lo Strillo” nel novembre
2012 (molte delle parole scritte sopra vengono proprio da quel pezzo), e
ieri ho potuto stringergli la mano.
È
stata davvero tanta l’emozione nel confrontarmi con la sua eroica
determinazione nel portare avanti, insieme ai suoi compagni di lavoro, la lotta
di un intero popolo di lavoratori (quelli del Sulcis Iglesiente) per vedersi
riconosciuti i più basilari diritti al lavoro e alla dignità, e tanta è stata
la riconoscenza quando mi ha fatto prezioso dono di una bandana dei Lavoratori
dell’EurAllumina di Portovesme e di un documentario, “Lost Citizens” che ho
visto subito, stesso ieri notte, una volta tornato a casa.
“Lost
Citizens” di Carla e Sebastiana Etzo è un documentario mirabilmente girato e
montato che consiglio a tutti di vedere. Personalmente mi ha emozionato molto,
spingendomi a riflettere su questa assurdità: è davvero incredibile che tanti
onesti operai, lavoratori, cittadini debbano combattere e trasformarsi loro malgrado in eroi, soltanto per sperare
di potersi riconquistare la loro normalità e per gridare al mondo la propria
dignità.
Luigi
Ventriglia
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