Qualche semplice consiglio per la fotografia di ritratto

Picasso ritratto da Man Ray

 Nella fotografia ritrattistica bisogna prestare una particolare attenzione alla messa a fuoco: spesso la differenza tra una foto spettacolare e una foto orribile e da individuare proprio in una corretta o sbagliata messa a fuoco.
Il soggetto dei nostri scatti deve essere perfettamente a fuoco, scelte artistiche particolari a parte. Non affidiamoci unicamente ai potenti sistemi di autofocus in dotazione delle fotocamere, ma studiamo un po’ le foto prima e dopo lo scatto, alleniamo il nostro “occhio fotografico” e cerchiamo di essere un po’ intransigenti con noi stessi: se il soggetto non è perfettamente a fuoco cestiniamo la nostra foto definitivamente!

Un occhio fotograficamente allenato si accorgerà subito dei nostri errori di messa a fuoco. Un’erronea messa a fuoco è uno degli errori più sgradevoli e lampanti in fotografia, particolarmente se è un ritratto.
Prima dello scatto bisogna individuare qual è il nostro soggetto e metterlo perfettamente a fuoco.
“A me gli occhi!” Nel caso di ritratti, la parte del corpo degli esseri viventi da mettere perfettamente a fuoco sono gli occhi, e in particolare l’occhio più vicino all’obiettivo. Quindi puntiamo la nostra fotocamera e la nostra attenzione su quell’occhio!
Una regola valida per le fotografie paesaggistiche che vale anche per i ritratti è quella di evitare il disordine.

Nella foto ritrattistica va valutato attentamente quello che sta dietro al soggetto.
Ad esempio, sperimentazioni artistiche a parte, bisogna prestare particolare attenzione che non ci siano oggetti allungati dietro la testa del nostro soggetto, quali rami, aste eccetera, per non dare la sgradevole sensazione che tali oggetti gli stiano trapassando il cranio (errore che stranamente riscontro in molte fotografie di ritratto).

Per pulire uno sfondo un po’ troppo confusionario dietro al nostro soggetto e per far sì che l’attenzione cada su di esso possiamo lavorare con la profondità di campo.
Anche in questo caso è buona cosa ricordarsi della regola dei terzi e della e della sezione aurea: intendiamoci, non sempre porre il soggetto al centro dei nostri scatti è un errore, anzi in alcuni casi è la scelta compositiva più appropriata, in grado di donare vigore e dinamismo alle nostre fotografie, ma seguendo la regola dei terzi e la regola della sezione aurea ci accorgeremo che porre il soggetto decentrato farà acquistare ai nostri scatti uno straordinario dinamismo, costringendo l’occhio dell’osservatore a percorrere l’intera area della nostra immagine.

Un altro errore che è facile compiere nel caso delle fotografie di ritratto è quello di non dare all’inquadratura l’attenzione che merita. Quanti miliardi di foto circolano nel mondo con la solita noiosa inquadratura ad altezza occhi? Girate intorno al soggetto, salite su qualcosa che vi permetta di scattare dall’alto. Inginocchiatevi o stendetevi a terra, questo soprattutto quando state scattando ad animali di molto più bassi di voi come possono essere una lucertola o un gatto. Insomma sperimentate un po’ per trovare l’inquadratura giusta per il soggetto che state fotografando e per quello che volete esprimere.

Un’altra cosa orribile è quella delle amputazioni che vengono compiute ogni giorno da fotografi troppo frettolosi! Se una bella modella ha delle belle gambe e delle belle braccia tornite perché amputargliele al momento del vostro scatto? E quante volte ci dimentichiamo che gatti, cani o lucertole hanno anche delle belle code e delle simpatiche zampette! (Questa è una cosa alla quale bisogna fare attenzione anche quando ritraiamo alberi, fiori o piante). Ricordiamoci di includere le braccia e le mani dei nostri soggetti anche nelle inquadrature a mezzo busto, magari facendogli disporre le braccia piegate sui fianchi, oppure, nel caso nel quale vogliamo delle braccia distese, possiamo scegliere un “inquadratura americana”, inquadrando il soggetto fino al ginocchio o comunque includendo il bacino.

Il problema del mosso e del micro-mosso può verificarsi anche a causa di una errata impostazione della velocitàdi otturazione ed è da imputarsi tanto al movimento della mano del fotografo che alla velocità al quale si sposta il nostro soggetto.
La velocità dell’otturatore è un parametro fondamentale anche per regolare la quantità di luce che colpirà il sensore della nostra fotocamera.
Per poter ridurre il tempo di otturazioni in condizioni di scarsa luce ambientale, saremmo costretti a optare per l’apertura del diaframma, perdendo dettaglio sullo sfondo, o ad aumentare la sensibilità ISO. (Anche se l’aumento della sensibilità ISO, nonostante i prodigiosi progressi tecnici compiuti dagli attuali modelli di fotocamere, comporta “rumore fotografico”; in ogni caso bisogna considerare che è meglio una foto un po’ rumorosa piuttosto che una foto mossa).
Un buon metodo quando scattiamo senza cavalletto è quello di impostare un tempo di otturazione che sia pari alla lunghezza focale montata sulla macchina: se ad esempio stiamo utilizzando una focale di 200mm il tempo di scatto dovrebbe essere pari a 1/200 di secondo.

Evitate di sparare il flash in faccia al vostro soggetto!
Questo è un problema che si presenta soprattutto quando si utilizza il flash interno alla fotocamera che non è orientabile e può comportare i classici “occhi rossi”, far apparire l’immagine piatta, ossia priva di profondità, e non dare rilievo ai contorni.

Quindi il mio consiglio è quello di evitare l’utilizzo del flash interno.
Nel caso dell’uso di un flash esterno orientabile, possiamo fare in modo che la luce del flash colpisca un muro bianco o una superficie di materiale riflettente posto accanto al nostro soggetto; questo può essere un “gioco” divertente e molto istruttivo: scopriamo come profondamente può mutare un volto a seconda della provenienza della fonte o delle fonti luminose che lo colpiscono.
La maggior parte delle foto possono essere eseguite anche senza l’uso del flash: come dicevamo prima, basta agire sull’impostazione della sensibilità del sensore (ISO), sull’apertura del diaframma e sulla velocità dell’otturatore. Per tempi di otturazione lunghi consiglio di munirsi di un solido cavalletto, vi assicuro che sono davvero soldi ben spesi!
Altri soldi bel spesi sono quelli investiti nell’acquisto di un flash decentrabile (ce ne sono anche di buoni e molto economici). Nelle situazioni di emergenza possiamo anche coprire con un semplice fazzoletto bianco il flash integrato della nostra fotocamera, anche se naturalmente il risultato non sarà sempre prevedibile come quello permesso dall’utilizzo di un flash esterno.

Quando si fotografano bambini, ci sono due regole che è buona norma seguire: quella di preservare la loro spontaneità, evitando di chiedergli di mettersi in posa e quella dimenticare la pigrizia e abbassare l’obiettivo alla loro altezza per poter entrare nel loro mondo. Quando si scattano foto dall’alto il loro volto risulterà molto più grande rispetto al resto del corpo, questa cosa può soltanto in qualche caso generare un effetto di simpatia, ma nella maggior parte dei casi genererà soltanto immagini mal riuscite.

Quando si fotografano animali domestici bisogna saperli ritrarre nelle loro attività abituali senza infastidirli cercando di fargli compiere cose contro la loro volontà. In questi casi bisogna sperimentare un po’ con le velocità di otturazione al fine di ottenere scatti “taglienti”, ossia con soggetti perfettamente a fuoco, e cercare di provare con varie aperture del diaframma per decidere quali aree della fotografia saranno messe a fuoco, ottenendo in tal modo fotografie connotate da una buona dose di creatività. Un trucco per mettere a loro agio gli animali domestici è quelli di ritrarli nei loro ambienti prediletti, come può essere ad esempio un sofà.

Buon divertimento e buone foto a Tutti Voi!

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