Sixto Rodríguez, la vita normale di un uomo straordinario

Com’è possibile essere famosissimi a propria insaputa? Una volta, prima dell’era di internet, forse era possibile.
Vi racconto una storia che ho colto per caso, facendo zapping una sera, e che mi ha appassionato tantissimo.

Sixto Díaz Rodríguez, chiamato Sixto perché sesto figlio, nasce il 10 luglio 1942 a Detroit  da una famiglia di modeste condizioni. Suo padre era messicano, mentre sua madre era statunitense di origini native americane ed europee.

Metti la fumosa Detroit degli anni sessanta e aggiungi un operaio dell’industria automobilistica che, nel 1967, con il nome di Rod Riguez, pubblica, senza riscuotere troppo successo, il suo primo singolo: “I’ll Slip Away”.
Dopo tre anni di inattività discografica, viene scoperto dal chitarrista Dennis Coffey e dal Mike Theodore, allora produttore della casa discografica Sussex Records di Los Angeles.

Grazie a questo fortuito incontro Sixto Rodríguez pubblicherà due album con la Sussex Records: “Cold Fact” nel 1970 e “Coming from Reality” nel ’71, i quali venderanno pochissime copie negli States. Forse anche per tale ragione il contratto viene rescisso mentre lui sta per registrare il suo terzo album.

In gravi ristrettezze economiche, Sixto incomincia un percorso lavorative che non vedrà domeniche, lavorando sodo come operaio per varie ditte di demolizione.

Ma intanto - e qui comincia la parte interessante della nostra storia – grazie a qualche passaggio in radio, la sua musica acquista sempre più notorietà in Australia e Nuova Zelanda e, nel 1977, l’etichetta australiana Blue Goose Music acquista (non si sa da chi) i diritti di alcuni suoi brani e pubblica l’album “At His Best” con l’aggiunta di tre singoli inediti, poi la stessa casa discografica pubblica “Cold Fact” nel 1978 e “Coming From Reality” nel 1979, per il mercato australiano e neozelandese

Grazie al rinnovato interesse verso la sua musica Sixto Rodríguez effettua, nel 1979, un breve tour in Australia dal quale verrà tratto l’album “Alive” (1981) , titolo in risposta ad alcune voci che lo davano per morto, paese nel quale tornerà a suonare soltanto nel 1981 in occasione del Tanelorn Festival di Newcastle.

E poi più niente e torna a Detroit, dove inizia a lavorare come operaio nel campo dell’edilizia, dedicandosi anche all’attivismo politico e ai temi della giustizia sociale (si candiderà senza successo al consiglio comunale di Detroit (1989), come sindaco della stessa città, nel 1981 e nel 1993, e al parlamento dello Stato del Michigan.

Ma è in Sud Africa che Sixto Rodriguez ottiene un successo davvero clamoroso. Benché la sua musica sia censurata dal regime segregazionista, per mezzo del passaparola e delle copie su musicassetta, “Cold Fact”, pubblicato in Sud Africa nel 1971, e “After The Fact” , riedizione sudafricana del 1976 dell’album “Coming From Reality”, riscuotono un successo pazzesco, e le sue canzoni diventano in breve tempo un vessillo della lotta contro l'apartheid grazie ai loro testi contro l'establishment, l'oppressione e il pregiudizio sociale.
Nel 1981 arriva un disco di platino e la sua popolarità nel paese africano diventa secondo alcuni superiore a quella dei Beatles, di Elvis e dei Rolling Stones.

Di questa sua straordinaria popolarità, però, Rodriguez non sa nulla; come nulla sa dei diritti d'autore che qualcuno negli Stati Uniti ogni anno intasca.
Nel 1991, entrambi i suoi due album vengono ripubblicati su CD in Sud Africa. La sua musica viene paragonata a quella di Bob Dylan e ispira numerosi artisti sudafricani bianchi.

Ma non si sa nulla di lui e della sua biografia e si diffondono persino voci che sia morto per overdose, che si sia suicidato dandosi fuoco sul palco dopo essersi cosparso il corpo di benzina, che sia ricoverato in un manicomio o che stia scontando un ergastolo per aver ucciso la sua amante.

Così, nel 1996, viene inviata una lettera al giornale britannico Q Magazine on un appello per avere "informazioni circa un cantante statunitense chiamato Rodriguez, che compose tutte le sue opere in prigione e si suicidò sparandosi sul palco" durante un'esibizione. L'appello non ottiene alcuna risposta.
Sixto Rodriguez non sa nulla della sua fama in Sud Africa fino al 1997, quando un suo fan e un giornalista musicale pubblicano un sito web “The Great Hunt Rodriguez” per scovare notizie su di lui.

Nel 1998, una delle figlie di Rodríguez si imbatte in questo sito e subito scrive una e-mail spiegando che il padre è vivo e lascia un numero di telefono.
 Rodriguez viene subito contattato e lo stesso anno effettua un tour di sei concerti in Sud Africa da cui è stato tratto il documentario “Dead Men Don't Tour: Rodríguez in South Africa 1998”, mandato poi  in onda in televisione.
I suoi due primi album sono stati ripubblicati nel 2008 dalla casa discografica Light in the Attic Records di Seattle.

Searching for Sugar Man
Nel 2012 il regista svedese Malik Bendjelloul realizza il documentario “Searching for Sugar Man”, disponibile anche con sottotitoli in italiano, che ha per tema il lavoro spasmodico di due fan sudafricani di Rodriguez intenti a rintracciare notizie sul poco noto, e forse addirittura deceduto artista.
Presentato al Sundance Film Festival, il film riceve il premio Audience Award, World Cinema Documentary e il premio World Cinema Special Jury Prize. “Searching for Sugar Man” vince poi diversi premi, tra i quali, nel 2012 l'Audience Award e il Best Music Documentary Award all'International Documentary Film Festival di Amsterdam, il premio BAFTA e infine l’Oscar nel 2013 Academy Award come miglior documentario.
Un’opera grandiosa del geniale regista Malik Bendjelloul scomparso prematuramente e tragicamente nel 2014, assolutamente da vedere.

Qui il traliler del docomentario

 Per avere tutte le notizie sul cantante vi rimando al sito ufficiale:

Luigi Ventriglia

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