Fotografia notturna: Catturare il movimento delle stelle


Un tempo, con le macchine a pellicola, per catturare il movimento delle stelle, erano necessarie esposizioni  della durata di svariati minuti o anche qualche ora. Con l’utilizzo dei sensori digitali queste lunghe esposizioni potrebbero produrre eccessivo rumore, quindi è consigliabile produrre una serie d’immagini da unire in seguito in postproduzione. Questo metodo consente inoltre di ottenere tracce luminose molto definite anche in presenza di un lieve inquinamento luminoso.

Di cosa abbiamo bisogno:
-         Di una fotocamera in grado di offrire un tempo di otturazione superiore ai 30 sec. in modalità manuale;
-         Di un comando a distanza munito di blocco;
-         Di un buon treppiedi.

Impostazioni suggerite:
-         Tempo di posa 30 sec. o oltre;
-         Diaframma f/5.6 (provare anche altri valori di apertura vicini);
-         Sensibilità sensore 400 (Provare anche altri ISO vicini).

Per ottenere una suggestiva foto in grado di narrare visivamente il movimento delle stelle, la prima cosa da fare è montare la fotocamera su di un solido cavalletto, in grado di assicurarle stabilità anche in presenza di un vento leggero.
Se si fotografa da un luogo dell’emisfero settentrionale, come l’Italia, bisogna puntare la macchina verso la Stella Polare, se  invece vi trovate nell’altro emisfero (Australia, Sud Africa…) bisogna mirare alla Croce del Sud. Essere fotografi notturni è un po’ come essere vecchi marinai!

Per avere un quadro chiaro dell’inquadratura e mettere a fuoco, bisogna utilizzare lo schermo in modalità Live View ed alzare gli ISO.

Per lo scatto è possibile utilizzare la modalità di scatto continuo o bloccare l’otturatore attraverso il comando a distanza. È possibile utilizzare anche l’intervallometro per scattare una serie d’immagini con scansioni temporali ben precise (30 sec. di esposizione con apertura diaframma f/5.6). Controlla la prima foto prima di procedere con la serie di scatti, se le stelle non si vedono o la loro luce risulta troppo scura, alza gradualmente il valore ISO.

Per fotografare le scie delle stelle con un obiettivo grandangolare, si deve produrre una serie di scatti che coprano almeno la durata di 15 minuti: 30 esposizioni di trenta secondi ognuna. (Più sarà lunga la durata della serie di scatti, più lunghe saranno le scie del movimento delle stelle).

Finiti gli scatti alle stelle, mantenendo le opzioni di scatto precedentemente scelte, fai una foto con il tappo sull’obiettivo, per ottenere un immagine perfettamente nera che ti servirà in postproduzione al momento dell’unione delle immagini per ridurre il rumore e i punti bianchi, spesso presenti nelle immagini a lunga esposizione. (Perché funzioni, il fotogramma deve essere scattato immediatamente dopo l’ultima immagine alle tracce della scia delle stelle).

Postproduzione: l’unione delle foto
-         Carica ogni foto su un livello separato in Photoshop (o nel software che utilizzi);
-         Tranne che nel primo in basso, in tutti i livelli cambia il metodo di fusione in “schiarisci”;
-         Poi carica il fotogramma nero (sopra tutti gli altri) e cambia il metodo di fusione in “differenzia”.

Un buon trucco per aggiungere interesse e forza ai nostri scatti stellari è quello di caricare in un livello separato di Photoshop un soggetto terrestre da porre in primo piano (una casa, delle rocce…).

Buone notti insonni e buon divertimento!


Luigi Ventriglia

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