In Grecia ha vinto il “No” all’offerta dei Paesi creditori

Il primo ministro greco Alexis Tsipras: “Ora chiediamo un accordo per uscire dall'austerity. Vogliamo un'Europa della solidarietà (…) I greci non hanno detto si' o no all'Europa. Vogliamo un piano credibile e sostenibile con la Commissione Ue. Domani riprenderemo i negoziati. Per noi la priorità è rinegoziare il funzionamento del sistema bancario. Il risultato del referendum non implica una rottura con l’Europa”.

Il ministro delle Finanze greco, Yannis Varoufakis, in un intervento televisivo: “In questi 5 mesi i nostri creditori hanno rifiutato ogni proposta di discussione, volevano umiliarci. Da domani, grazie a questo bel no chiameremo i nostri partner per trovare un terreno comune (…) Volevano colpirci per la nostra resistenza alle loro proposte inaccettabili. Questo era l'obiettivo del loro ultimatum del 21 giugno, che noi abbiamo rimandato indietro con questo voto. Da domani con questo tenderemo una mano per collaborare con i nostri partner e chiameremo ognuno di loro per ricercare un terreno comune di incontro e per trovare una soluzione che sia favorevole ad entrambe le parti. Il no di oggi è un grande sì alla democrazia”.

Per domani è prevista una conferenza tra Draghi, Juncker, Tusk e Dijsselbloem.  
Il presidente francese, Francois Hollande, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, hanno avuto una lunga telefonata a due, che pare, abbia fatto indispettire non poco il premier italiano Matteo Renzi.
Inoltre ci sono stati colloqui separati tra Merkel, Tsipras, Juncker, Schulz e Tusk che hanno portato all’incontro tra i leader dei Paesi dell’Eurozona previsto per domani, martedì 8 luglio alle ore 18.

Intanto Antonis Samaras, l'ex premier greco, si è dimesso dalla leadership del partito di opposizione “Nuova Democrazia”, in seguito ai risultati del referendum, spiegando la sua scelta, da buon greco, con poche parole: “Il nostro movimento ha bisogno di una ripartenza”.

Luigi Ventriglia

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