“Global Gay” di Frédéric Martel: un viaggio alla scoperta delle condizioni di vita degli omosessuali nel mondo
Gandhi era gay? Probabilmente
sì. Questa e tante altre cose interessanti sono venute fuori nel corso
dell’incontro tenutosi all’Institut français Grenoble di Napoli lo scorso 20
aprile, in occasione della presentazione del nuovo saggio di Frédéric Martel
“Global Gay” (Flammarion 2013 – trad. it. Feltrinelli), un excursus
approfondito sulle condizioni esistenziali, spesso non facili, dei gay nel mondo.
Sociologo, direttore di ricerche presso
l’Istituto di relazioni internazionali e strategiche di Parigi, nonché
collaboratore dei ministri francesi Michel Rocard e Martine Aubry, Frédéric
Martel ha girato il mondo, entrando nei
gay bar arabi e nei love hotels di Tokyo, nelle habitaciones cubane e nelle
comunità indiane, per raccontare i successi e le sconfitte dei gay, trendy a
New York e condannati a morte in Iran, giungendo sin in un hotel totalmente
green e vegano di Johannesburg, che fu la casa del Mahatma Gandhi nel ventennio
che va dal 1893 al 1914, e scoprendo la storia di un segreto carteggio di
natura esplicitamente omosessuale tra il padre della moderna India e
l’architetto tedesco Hermann Kallenbach.
Quello
che esce fuori dal nuovo saggio di Martel è un racconto coloratissimo,
drammatico, pieno di vita, fatto di lacrime e sorrisi che il sociologo ha
raccolto girando il mondo con occhio ed orecchio attenti alle grida di protesta
ed alle voci spesso soffuse, nascoste, segrete degli omosessuali che, ancora
oggi, in molti paesi del mondo, sono considerati alla stregua dei peggiori
fuorilegge e condannati anche alla pena capitale.
“Global Gay”, adattato per la televisione con il
titolo: “Pour qu’aimer ne soit plus un crime”, ha ottenuto il Grand
Prix dell’Organizzazione contro la tortura in occasione del festival del film
di Ginevra nel marzo del 2014.
Tra gli altri scritti di Frédéric Martel ricordiamo: “Le Rose et le noir. Gli omosessuali in
Francia dal 1968” (Seuil, 1966); “De
la Culture en Amérique” (Gallimard, 2006); “Mainstream, inchiesta sulla guerra globale della cultura e dei media”
(Flammarion, 2010) e “Smart, inchiesta
sugli internet” (Stock, 2014).
Luigi Ventriglia
(Periodico “Lo Strillo”, maggio 2015)
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