Intervista con Mattia De Simone - Cantante e chitarrista pop-rocker emergente che ha partecipato alle selezioni di The Voice of Italy
Abbiamo
incontrato Mattia De Simone, giovanissimo e talentuoso cantante e chitarrista pop-rocker emergente che ha partecipato
alle selezioni del noto talent-show
di Rai 2 “The Voice of Italy”, per scoprire qualcosa in più della sua vita,
della sua musica e dei suoi progetti.
Artisticamente e umanamente cosa ti ha
lasciato la tua partecipazione alle blind-audition
di The Voice of Italy?
“Essere selezionato tra circa 80mila
artisti per le blind-audition è stata una bellissima soddisfazione. Quello che
mi rimane è sicuramente un bel ricordo, ma più che altro penso a cosa mi porta.
Non guardo quasi mai al passato, preferisco vivere il presente ed il futuro e
la partecipazione alle selezioni di ‘The Voice’ ha portato nella mia carriera
artistica e nella mia vita come un nuovo vento. È stata un’esperienza
bellissima e arrivare tra le prime 120 voci in Italia ha rappresentato per me sicuramente
un traguardo importante, costruito passo dopo passo, attraverso numerosi
casting: partivamo da numeri sproporzionati, tipo 80/100mila persone.”
Perché hai scelto la canzone “Counting
Stars” dei OneRepublic per la tua esibizione sul palco di Rai 2?
“La canzone è stata scelta da me insieme
alla produzione. Era comunque nella lista delle mie canzoni preferite e
l’abbiamo scelta proprio perché pensavamo che mi stesse bene vocalmente.”
Come e quando è nata in te la passione
per la musica?
“La passione per la musica è nata in me
sin da bambino, avevo circa 4 anni, è una cosa di famiglia. Sin da piccolo
vedevo le chitarre dei miei zii, me le rubavo ed iniziavo a strimpellare i miei
primi suoni che man mano si facevano note.
Poi ho studiato canto per un anno e
mezzo circa prima alla scuola “Arte e Fantasia” di Napoli con il mio primo
maestro Christian Moschettino, che colgo l’occasione per salutare con affetto,
il quale mi ha dato le basi e mi ha sempre spronato a partecipare ai concorsi
ed agli eventi canori. Poi dopo sono andato a lezione dal Maestro Gianfranco
Caliendo, ex membro del gruppo “Il giardino dei semplici” e poi ovviamente
bisogna reggersi sulle proprie gambe per sperimentare e crescere secondo i
propri canoni e le proprie inclinazioni.”
Tu sei stato un po’ sfortunato riguardo
alla data della tua prova a The Voice of Italy, infatti la tua esibizione è
avvenuta quando Noemi, Pelù ed il duo Facchinetti avevano già scelto i membri
dei loro rispettivi team artistici e ti sei trovato a poter essere scelto
soltanto dal rapper J-Ax, e addirittura con una sola casella da riempire per
completare la sua squadra di talenti…
“Sì, forse, esibendomi prima, avrei
avuto più chance , però appunto questo è soltanto un “forse.”
Hai sempre prediletto il genere pop-rock
o ci sei arrivato?
“Sono portato per questo genere e ci
sono anche un po’ arrivato tramite gruppi soprattutto inglesi: i miei preferiti
sono i Maroon Five. Ovviamente però bisogna anche tenersi sempre aggiornati sul
panorama musicale presente e mettersi alla prova, magari contaminando il
proprio genere anche con altri generi vicini e lontani, provare, sperimentare…”
Chi è Mattia De Simone: fai solo musica
o fai anche altro?
“Come mestiere spero di fare il
musicista, ma studio anche lingue all’università e sono un appassionato di
elettronica. Penso che ogni uno debba costruirsi più strade, però in ogni caso
bisogna avere la costanza ed il coraggio di non abbandonare i propri sogni,
perché in fondo sono loro a dare un senso alla nostra vita: noi viviamo per
quello, per realizzarli.”
Durante questa tua esperienza a The
Voice of Italy avrai sicuramente incontrato tante persone. Chi ti ha lasciato
umanamente ed artisticamente il segno, il ricordo più forte?
“Sì, ho conosciuto davvero tante
persone, ed ho condiviso insieme agli altri ragazzi presenti in gara le stesse
emozioni, le stesse ansie, gioie e delusioni, e quindi, bene o male, tutti mi
hanno lasciato qualcosa. Mi ricordo però che Federico Russo, il presentatore
del programma, che colgo l’occasione per salutare con affetto, prima che io
salissi sul palco, mi diete un piccolo consiglio che non posso svelare, un
consiglio che, come diciamo noi a Napoli, conteneva una buona dose di
‘cazzimma’. Un consiglio molto importante che, anche senza aver avuto l’effetto
sperato, poi ho attuato e che continuerò a mettere in pratica e per il quale lo
ringrazio tanto.”
Non ce lo puoi proprio svelare?
(Sorride) “No, è davvero una cosa top
secret!”
Sicuramente partecipare ad un programma
come The Voice comporta un bel carico di ansia… Tu come l’hai vissuta e
dominata?
“L’ansia la so gestire abbastanza bene,
perché credo che ogni artista la debba trasformare in emozione da trasmettere,
donare al pubblico. Secondo me comunque ci vuole sempre un po’ di ansia. Io ad
esempio sul palco di The Voice cercavo di non fissare la poltrona di J-Ax però
fissavo Noemi ed il pubblico… ci sono sempre piccoli trucchi da seguire. Io ho
voluto cantare innanzitutto per il pubblico, ovviamente anche sperando e
facendo di tutto per far girare J-Ax. Lui non cercava un timbro di voce come la
mia e quindi è giustamente andato su qualche altra scelta. Però dall’altro lato
ho avuto anche i tre coach che hanno gradito la mia musica e si sono divertiti,
e questa è una cosa che mi ha riempito di gioia e sicurezza.
Mi sono trovato davanti grandi nomi
della musica italiana, però su quel palco il mio principale obbiettivo era quello
di non farmi travolgere dall’ansia e sono riuscito a trasformare quell’ansia in
emozioni davvero molto forti, intense.”
Nonostante la tua giovane età, hai 21
anni, hai dimostrato di saper dominare egregiamente quel palco enorme di Rai 2.
Questa è una cosa che di solito non t’insegnano nelle scuole di musica e che si
apprende man mano, partendo con il cantare in piccoli locali ed esibendosi poi per pubblici sempre più impegnativi.
“ A me è sempre piaciuto ‘dominare’ il
palcoscenico. Avevo la chitarra e quindi non potevo muovermi molto , però
diciamo che in molti casi basta uno sguardo, bastano pochi movimenti per far capire
che tu hai padronanza del palco e tanta voglia di condividere, trasmettere le
tue emozioni al pubblico. In questo, sì, lo ammetto mi sono piaciuto anche io
abbastanza.(sorride) Mi piace davvero tanto coinvolgere il pubblico e
trasmettergli le mie emozioni, credo che sia una cosa importante per
conquistarsi i loro cuori in quel momento. Bisogna sentirsi liberi sul palco e
sapersi muovere, considerando anche il genere di musica che si sta suonando.”
Con la tua musica, rispetto agli artisti
selezionatori, a chi ti senti più vicino?
“Mi sento più vicino a Noemi ed ai
Facchinetti: se avessi potuto avrei scelto di entrare in uno dei loro due
rispettivi team.”
I coach di The Voice che commenti hanno
esternato sulla tua voce e sullo stile della tua esibizione?
“Ovviamente, durante l’esibizione non
potevo ascoltare i loro commenti e le loro considerazioni, poi, una volta a
casa, ho visto con attenzione il programma. Noemi mi ha sorpreso perché mi ha
fatto dei complimenti davvero bellissimi, ma in fondo, anche se non mi ha
scelto per la sua squadra di talenti a causa della mia voce troppo da bravo
ragazzo (sorride), lo stesso J-Ax me li ha fatti.”
Tu sei presente su Facebook con una fanpage
e con un tuo contatto personale. Dopo la tua partecipazione a The Voice cos’è
cambiato… hai avuto molte richieste di amicizia , nuovi fan?
“Beh sì, ho ricevuto molte richieste di
amicizia e messaggi con bellissime parole anche sulla mia fanpage. The Voice mi
ha dato molta visibilità ed è stato un fischio d’inizio che mi ha donato una
bella carica, una spinta per fare
qualcosa di nuovo. Ringrazio tutti i miei fan che sono per me importantissimi perché
mi seguono e supportano sempre.”
E ragazze che si sono strappate i
capelli?
“C’è stato anche questo, però i
complimenti più importanti che ho ricevuto per me sono stati quelli legati alla
mia voce ed alla mia musica. Ma anche avere delle fan che, come dici tu, ‘si
strappano i capelli’ non è poi una cosa negativa (sorride).”
Nella tua vita qual è il posto più
assurdo nel quale ti sei ritrovato a cantare?
“Mi sono esibito in tanti posti tra
virgolette assurdi, ma il più assurdo di tutti è quando in Inghilterra ho
cantato e suonato in un college. Il contesto nel complesso era assurdo perché
mi trovavo lì per studio e vennero a sapere che, insomma, suonavo e cantavo e così
mi ritrovai improvvisamente una chitarra in mano e attorniato da una trentina
di persone che mi incitavano a cantare, a fargli sentire qualcosa. Ricordo che alla
fine ci fu un professore d’inglese che mi disse che cantavo come un inglese e
non come un italiano, e quello per me fu davvero un bel complimento. Poi ho
suonato sulla spiaggia, su di un prato, all’aria aperta, trovando spesso strani
pubblici improvvisati. Vivere la musica all’aria aperta, farsi sentire è secondo
me una cosa che fa bene alla propria ispirazione. Penso che se scrivi, se
componi canzoni, restarsene a lungo in casa è sicuramente una cosa che non ti
aiuta.”
La chitarra è uno strumento che ti
permette libertà, che sembra fatto apposta per il viaggio. Rispetta un po’ il
tuo carattere?
“Certamente, un po’ è anche così. Poi se
ci metti anche che mi piace stare sul palco, muovermi e coinvolgere il
pubblico, posso dire che la chitarra è proprio il mio strumento. Poi c’è da
aggiungere che la chitarra è lo strumento più ritmico che ci sia: con una
chitarra ci puoi fare suoni dolci e suoni cattivi; ci puoi portare il tempo, e
poi sì, cosa c’è di più bello che stare su una spiaggia, accanto ad un falò,
suonando con e per i tuoi amici. Certo, trascinarsi un pianoforte vicino ad un
falò sarebbe una cosa un po’ diversa (sorride).”
A volte quando si fa qualcosa
d’importante per sé lo si fa anche per le persone più care. Quando eri sul
palco di The Voice a chi hai dedicato la tua esibizione e quella canzone?
“Innanzitutto l’ho dedicata a mia nonna
perché lei è stata da sempre la mia prima fan e mi ha sempre supportato nella
mia passione per la musica. Poi ovviamente ho pensato anche a tutti gli altri,
ai miei genitori, alla mia fidanzata che mi ha sostenuto fin dall’inizio con
coraggio e pazienza (sorride).”
Tu dicevi: “non guardo al passato, ma
preferisco guardare al futuro”; adesso, dopo questa importante esperienza, a
cosa aspiri, quali sono i tuoi progetti, desideri e sogni?
“Come dicevo, la partecipazione a The
Voice mi ha permesso di avere una visibilità nazionale ed ora sto lavorando ad
alcune cose importanti. Il progetto è quello di rafforzare e mantenere questa
visibilità nazionale e di ‘conquistare’ palcoscenici importanti, e, dato che io
compongo anche canzoni, magari, perché no, anche quello di Sanremo Giovani. Poi
un altro progetto è quello mandare i vari singoli on-line, pubblicarli sui vari
store digitali, nei negozi di musica e magari far pubblicare un cd. Questi sono i miei progetti e desideri del
momento. Il sogno è quello vederli realizzare.”
Rimanendo sul sogno, c’è un artista in
particolare nazionale o internazionale con il quale tu vorresti duettare,
condividere un progetto?
“Tra gli artisti italiani, mi piacerebbe
davvero tanto poter lavorare con Marco Mengoni, perché è l’artista tra
virgolette emergente, anche se ormai già lo conosciamo tutti, tra i più bravi che abbiamo nel panorama
italiano. Poi tra gli artisti internazionali al momento vorrei condividere un
progetto con Ed Sheeran ed i Maroon Five, perché hanno un repertorio enorme e
sono dei cantautori che adoro, sono davvero fantastici. Ma questi per ora
rimangono soltanto sogni…”
I nostri cari lettori possono
visionare la versione video della presente intervista sul nostro canale Youtube
“Lo Strillo”, ricercando: “Intervista con Mattia De Simone, partecipante alle
selezioni di The Voice of Italy”, o semplicemente digitando l’indirizzo: http://youtu.be/LrPLmyya-mY.
Luigi Ventriglia
(Periodico
“Lo Strillo”, maggio 2015)
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