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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Panorami: come unire foto con Photoshop CS6

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Luigi Ventriglia Flickr photo Scattare più fotografie in senso orizzontale e poi unirle al fine di creare una panoramica può essere una buona via per creare scatti di grande effetto. Molti modelli  attuali  di fotocamere e anche di cellulari hanno software interni in grado di allineare una serie di scatti, in modo più o meno accurato. Anche la stragrande maggioranza dei software di fotoritocco permettono questa funzione. Oggi vedremo quali sono i pochi e semplici passaggi per ottenere delle straordinarie immagini panoramiche grazie all’utilizzo di Photoshop CS6, l’ultima release del noto software della Adobe che negli anni si è imposto nella top five dei software di elaborazione fotografica. -          Scattate una serie di foto, magari aiutandovi con un cavalletto, per mantenere la fotocamera in bolla e allineata allo stesso modo rispetto al paesaggio in tutti gli scatti che dovrete unire. -   Al momento dello scatto, fate anche  in modo che aree della parte

Fotografia: il valore delle ombre

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Qualche giorno fa abbiamo parlato dell’importanza della luce, nel post:  “Lavorare con la luce ambientale” .  Ora parleremo un po’ dell’enorme valore che rivestono le ombre nel concorrere alla creazione di composizioni suggestive e magari portatrici di significati. Le ombre sono in grado di modificare radicalmente i livelli di luminosità e l’atmosfera di una fotografia. Ad esempio, fotografie scattate in momenti caratterizzati da un’elevata luminosità solare si riconoscono non soltanto dai bianchi molto luminosi e dai colori particolarmente saturi, ma anche dalla presenza di ombre scure e nette che occupano e arricchiscono la scena. Al contrario, osservando una fotografia priva di ombre ben definite, percepiamo un abbassamento del contrasto e proviamo una sensazione di maggiore delicatezza. Questo per dire che le ombre non solo caratterizzano l’estetica di una fotografia, ma possono tradursi in un linguaggio immediato, in grado di colpire la percezione deg

Fotografia: lavorare con il contrasto di tono

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Il senso che abbiamo per individuare foto caratterizzate da alto o basso contrasto è qualcosa d’innato che possediamo un po’ tutti, tuttavia, individuare quali fattori sono alla base delle differenze di contrasto, può aiutarci nell’individuare e sfruttare al meglio tali valori, che, sicuramente concorrono nella creazione di foto suggestive. Sono definite ad alto contrasto fotografie caratterizzate da toni molto scuri e molto chiari, con poche tonalità neutre. La giustapposizione di tonalità contrastanti influenza la nostra percezione del contrasto, ad esempio tonalità tendenti al bianco e tonalità tendenti al nero direttamente contrapposte, senza l’interposizione di toni neutri, sono immagini ad alto contrasto, in questo caso, senza giocare con i livelli di intensità e incidenza della luce, saranno soltanto i soggetti a determinare il livello di contrasto dei nostri scatti. Una altro fattore che contribuisce al contrasto di una fotografia è la luce , o meglio, i livelli d

Fotografia: lavorare con la luce ambientale

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Luigi Ventriglia Photo Quando parliamo di “ luce ambientale ” in fotografia ci riferiamo alla luce presente sulla scena senza aggiunta di illuminazione da studio. Ad esempio, una fonte luminosa ambientale, può essere considerata la luce solare negli scatti in esterna, o in un ambiente domestico illuminato unicamente da una finestra, dalla normale illuminazione domestica, solitamente al tungsteno, o  da entrambi le fonti di luce mescolate insieme. Nel caso di fotografie in notturna, sono luce ambientale sorgenti luminose presenti sulla scena, come ad esempio lampioni che costeggiano una via. Molti fotografi amatoriali non possiedono kit d’illuminazione da studio e molti fotografi professionisti decidono di non utilizzare luci artificiali per seguire una propria “poetica”, per scelte personali di ordine artistico. In ogni caso tutti, anche chi possiede costosi set d’illuminazione, si troveranno a dover scattare affidandosi unicamente alle luci presenti sulla scena. Qua

Fotografia: i principali formati dei file immagine

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Una volta rilasciato il pulsante di scatto, la luce raggiunge il sensore della vostra fotocamera e viene subito convertita in informazioni digitali. Al fine di poter essere poi utilizzata, e utilizzata al meglio, l’immagine deve essere correttamente formattata, ovvero deve essere salvata già prevedendo l’eventuale utilizzo e il canale di trasmissione scelto “per rendere la nostra fotografia nota al mondo”. Conoscere un po’ i vari formati digitali e le relative impostazioni riguardo alla loro qualità farà in questa faccenda al caso nostro. Anche se spesso siamo un po’ confusi dalle sigle tecniche dei vari formati, vedremo subito che si tratta di un argomento davvero molto semplice. Ecco i tre formati più diffusi e utilizzati : JPEG , il formato più utilizzato grazie alla sua grande versatilità, prende il suo nome dall’acronimo “Joint Photographic Expert Group”, in riferimento alla commissione che lo ha sviluppato, e si pronuncia “gei-peg”. Il JPEG è un formato in

Il valore della luce in fotografia: scattare in controluce

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Luigi Ventriglia - Flickr photo Posizionando il soggetto tra la fotocamera e il sole, e quindi lavorando con la luce diretta e non diffusa, possiamo ottenere risultati di forte impatto grazie all’alto contrasto che caratterizzerà i nostri scatti.  Questa tecnica è nota con il nome di “ controluce ” o di “ contre jour ”. Il controluce viene maggiormente utilizzato per la tecnica della “ silhouette ”: posizionando il soggetto di fronte ad una vasta zona luminosa, la fotocamera sottoesporrà automaticamente il soggetto, lasciando  la sua forma, la sua sagoma  come unico indizio circa la sua natura. Un buon consiglio per quel che riguarda la silhouette è quello fare in modo che il soggetto copra interamente la fonte luminosa o il sole,  in modo da scongiurare il rischio di non riuscire a registrare nessun tipo d’informazione a causa della intensa luminosità presente sulla scena. Luigi Ventriglia - Flickr photo Quando decidiamo  di adottare questa tecnica per perso

Composizione fotografica: individuare cornici nella cornice

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I primi ad aver individuato e utilizzato la tecnica della “ cornice nella cornice ” sono stati i pittori paesaggisti, poi, con l’avvento della fotografia, i fotografi hanno quasi sin da subito fatto proprio questo “trucco” per donare ai propri scatti più forza e interesse e renderli più evocativi. Le tecniche di utilizzo sono molteplici, e molteplici sono gli effetti e i risultati ottenibili. Nella fotografia paesaggistica la tecnica della cornice nella cornice è molto utilizzata: muri, alberi o altri elementi presenti nella scena possono essere utilizzati per incorniciare l’immagine e per condurre l’occhio dello spettatore verso un soggetto o una veduta più distante. La tecnica è stata da sempre molto utilizzata, per tale ragione molti fotografi la considerano alquanto banale, ma ciò non toglie che, attraverso questo semplice escamotage, possiamo donare una straordinaria profondità alla composizione e accompagnare con grande naturalezza l’occhio dell’osservatore verso

Come sono fatti i sensori delle fotocamere? Qualche consiglio prima dell'acquisto

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Digitale… digitale… digitale…, ma come sono costituiti i sensori delle fotocamere? Il sensore di una macchina fotografica digitale svolge la medesima funzione della pellicola nelle macchine fotografiche tradizionali. Sul sensore viene messa a fuoco, viene “catturata”, la scena ripresa dall’obiettivo prima di essere trasformata in dati digitali che saranno poi immagazzinati nella scheda di memoria della fotocamera. Com’è fatto un sensore? La superficie del sensore è ricoperta da una griglia di microscopici elementi chiamati photosite . Ogn’uno di questi photosite rappresenta un pixel della fotografia: quindi, una fotocamera che produce immagini di 20 milioni di pixel, avrà un sensore con una superfice ricoperta da circa 20 milioni di photosite. (un sensore CCD di una reflex digitale) Uno dei componenti fondamentali del photosite è il fotodiodo , il quale trasforma la luce in una carica elettrica: maggiore sarà la luce che colpirà il photosite e più intensa sarà la c