Gli scatti di Mario Giacomelli in mostra al Ma*Ga di Legnano
In
occasione del Festival Fotografico Europeo il Ma*Ga di Legnano (Mi) ospita
nelle sue sale 101 opere di Mario Giacomelli, uno tra i fotografi italiani più
amati e conosciuti a livello internazionale.
JohnSzarkowski, l’indimenticato e rivoluzionario direttore del museo MoMA di New
York, nel 1963 inserì Giacomelli tra i cento fotografi migliori al mondo.
L’esposizione,
egregiamente curata da Enrica Viganò, ospiterà 101 scatti selezionati e
disposti proprio dall’artista in occasione di una mostra che tenne nel 1984 a
Lonato, cittadina alla quale Giacomelli donò alcune opere.
“Ho
sempre fotografato i miei pensieri”, questo è quello che diceva Giacomelli
quando gli chiedevano di parlare della sua “arte con la luce”; un grande
fotografo che non amava definirsi fotografo, ma un figlio di contadini e della
sua terra marchigiana.
Per
lavoro gestiva un campeggio e una tipografia, e forse, proprio grazie a questo
suo fare altro, a questo suo avere un continuo contatto con il reale, con un
quotidiano dal quale trarre sostentamento, i suoi scatti potevano essere così
poetici, liberi da costrizioni e schemi e farsi volo e danza.
Un
occhio, quello di Giacomelli che sapeva far stare insieme nella sua poetica
visiva sogno, inconscio e rappresentazione chirurgica della realtà.
Il
percorso espositivo è articolato per nuclei tematici: lo sguardo degli
spettatori verrà inizialmente catturato da tre bellissimi ritratti alla madre,
alla moglie e alla sorella dell’artista, realizzati tra il 1955 e il 1956. Poi
si accede al suo lungo lavoro realizzato in seminario che coglie attimi di
vita, soprattutto festosi, dei giovani futuri sacerdoti.
Poi
lo sguardo dei visitatori verrà catturato dal ciclo delle immagini “La buona
terra” (1964-1966), un racconto intimo e profondo sulla vita dei contadini
marchigiani. Una epica che narra un profondo, inscindibile legame che unisce
uomo e natura.
Poi
ci sono gli scatti di uno dei reportage più emozionanti realizzati da Giacomelli
nel corso degli anni Cinquanta, quelli realizzati nell’ospizio di Senigallia,
un ciclo intitolato “Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi”.
Le
varie arie tematiche dell’esposizione sono unite insieme da 41 fotografie che coprono un lavoro lungo
quasi trent’anni (1955-1984) intitolato “Presa di coscienza sulla natura”.
Possiamo
definire Giacomelli come un poeta della luce, in quanto lui definiva ogni suo
scatto come un autoritratto: “Ho sempre fotografato i miei pensieri, le mie
idee, le mie passioni, le mie paure”; un indagine davvero vasta, un cercare sé
stessi all’esterno, nel mondo, attraverso una visione attenta alle gioie, ai
sogni, ma anche all’incontro con gli altri attraverso le loro inquietudini e
sofferenze.
In mostra fino al 4 giugno 2017
Ma*Ga Palazzo Leone da Perego
via Gilardelli, 10 - Legnano (Mi)
(Ingresso grauito)
Commenti
Posta un commento