Quasi un bacio

Lunghi capelli ricci, neri, e pelle candida.
La mia lingua come cucchiaio per il tuo sudore.
Sussurri che sanno di albe e di morte,
suono di felicità,
umidità sputata nel vento giallo di un pomeriggio indistinto, silenzioso.
Soltanto un attimo fa la tua pelle sapeva di sapone,
ora ha già accolto il canto di mille storie
più vere di quelle fatte di parole.
Il cuscino si fa sponda per il sale delle tue lacrime
che si lasciano cadere dagli scogli pendenti dei tuoi grandi occhi neri,
e per la saliva di un tuo sorriso che, improvviso, invade la piccola stanza
come canto profumato.
Come si fa a non amare il silenzio quando c’è un cuore che batte come il galoppo di un funerale maestoso,
come rollio di tamburi di un banchetto cannibale.
Improvvisi come meteore non sappiamo di futuro,
non sappiamo di passato
e nemmeno di presente;
siamo soltanto di quest’attimo,
un soffio d’alito che vorrebbe raccontarci,
nostro figlio fatto d’emozione,
quasi un bacio.



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