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Visualizzazione dei post da 2017
Genesi l’ultimo lavoro del grande fotografo Sebastião Salgado in mostra al PAN di Napoli
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Sebastião Salgado, Kafue National Park , Zambia, 2010 | © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto Dal 17 Ottobre 2017 al 28 Gennaio 2018 NAPOLI LUOGO: PAN Palazzo delle Arti Napoli CURATORI: Lélia Wanick Salgado ENTI PROMOTORI: Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli COMUNICATO STAMPA Genesi è, il più importante fotografo documentario del nostro tempo. Uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Un viaggio alle origini del mondo per preservare il suo futuro. La mostra è nata da un viaggio alla scoperta della bellezza nei luoghi più remoti del Pianeta, durato 8 anni. Curata da Lélia Wanick Salgado su progetto di Contrasto e Amazonas Images, la mostra è frutto della collaborazione di Civita Mostre con l’Assessorato alla Cultur
Mostra fotografica “Community Era: Echoes From The Summer Of Love”
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On the Road to Woodstock. Agosto 1969. © Baron Wolman A cinquant’anni dalla “Summer of Love” cosa resta della comunità hippie e quali sono le tracce lasciate nella nostra società attuale? Community Era indaga questo importante, interessante e prolifico momento della storia del nostro Novecento attraverso le immagini di tre grandi fotografi americani: Robert Altman, Elaine Mayes e Baron Wolman, che sono stati in grado di registrare attraverso le loro immagini la rivoluzione culturale degli hippie, che da San Francisco del finire degli anni 1960 si è rapidamente diffusa nel resto del mondo. Un periodo unico e iconograficamente potente che trovò il suo culmine con il famigerato raduno di Woodstock: tre giorni di “love, peace and rock music”. Il periodo che va dal 1967 al 1969 è raccontato attraverso le immagini di questi tre straordinari fotografi che parlano di un ambiente fatto di gentilezza verso gli altri e dei loro diversi punti di vista, e la sperimentazioni di nuov
Come fotografare la Via Lattea
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Nello scorso articolo abbiamo parlato di come catturare il movimento delle stelle ; questa volta vediamo un po’ come fotografare la suggestiva Via Lattea. Vedrete subito quanto sia semplice produrre fotografie d stellari di ottima qualità! La prima cosa da fare è essere lontani dall’inquinamento luminoso (città, paesi, centri abitati, complessi industriali…). Più ci sarà oscurità e più chiaramente vedremo le stelle! Poi bisogna comporre i nostri scatti inquadrando il modalità Live View (schermo fotocamera). Inquadra in direzione della costellazione del Sagittario, la quale si trova al centro della Via Lattea. Se non sei pratico di costellazioni, potrai utilizzare una tra le numerosissime app per l’individuazione dei corpi celesti sul tuo cellulare. Imposta una sensibilità ISO molto elevata (consigliata ISO 3200) per poter vedere bene le stelle. Se il cielo è troppo scuro anche questa tecnica potrebbe essere insufficiente (in questo caso dovrai arrivare sul luogo d
Fotografia notturna: Catturare il movimento delle stelle
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Un tempo, con le macchine a pellicola, per catturare il movimento delle stelle, erano necessarie esposizioni della durata di svariati minuti o anche qualche ora. Con l’utilizzo dei sensori digitali queste lunghe esposizioni potrebbero produrre eccessivo rumore, quindi è consigliabile produrre una serie d’immagini da unire in seguito in postproduzione. Questo metodo consente inoltre di ottenere tracce luminose molto definite anche in presenza di un lieve inquinamento luminoso. Di cosa abbiamo bisogno: - Di una fotocamera in grado di offrire un tempo di otturazione superiore ai 30 sec. in modalità manuale; - Di un comando a distanza munito di blocco; - Di un buon treppiedi. Impostazioni suggerite: - Tempo di posa 30 sec. o oltre; - Diaframma f/5.6 (provare anche altri valori di apertura vicini); - Sensibilità sensore 400 (Provare anche altri ISO vicini). Per ottenere una suggestiva foto in grado di narrare
Poche semplici regole per fotografare la notte
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Fotografare significa dipingere con la luce; ed è proprio quando di luce ce n’è poca che possono uscire fuori fotografie magnifiche. Quando il Sole scivola sull’orizzonte verso l’altra parte del mondo, il nostro sguardo si può aprire s’un altro mondo, un mondo nel quale i nostri soggetti fotografici possono essere illuminati dalla flebile luce proveniente dalla Luna o dalle stelle, o nel quale i nostri soggetti possono essere proprio la romantica ed evocativa Luna o le stelle lontane. Negli ultimi tempi la tecnologia in campo fotografico ha davvero compiuto passi da gigante: possiamo ad esempio scattare utilizzando sensibilità ISO davvero impensabili soltanto qualche anno fa. L’accresciuta facilità con cui possiamo eseguire fotografie notturne ha reso questo campo della fonografia più gratificante e abbordabile da una maggiore fetta di fotografi (anche quelli non muniti di attrezzature elaboratissime e all’ultimo grido). Poche regole prima di avventurarti nella notte
I quattro principali atteggiamenti dei fotografi secondo Andreas Feininger
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Ecco come il grande Andreas Feininger, negli anni ‘70, suddivideva i fotografi in quattro principali categorie nel suo libro “L’occhio del fotografo”, un’opera al contempo breve e pregna di spunti interessantissimi, che consiglio a tutti di leggere: “In ultima analisi è l’atteggiamento nei confronti della fotografia a decidere dei risultati delle immagini; e, più precisamente, è l’atteggiamento verso i due aspetti della fotografia che si possono chiamare «arte» e «tecnica», e di cui l’immagine fotografica è la sintesi. L’arte riguarda le cose impalpabili: idee, concetti, opinioni, fantasia, modo di «vedere», cioè gli aspetti creativi dell’attività fotografica; la tecnica riguarda invece i mezzi concreti e i mezzi necessari per ottenere materialmente una fotografia. Da questo punto di vista i fotografi si dividono in quattro gruppi fondamentalmente diversi: 1) Del primo gruppo fanno parte coloro che s’interessano soprattutto degli aspetti tecnici della fotografia. La lor
Nascita della fotografia americana
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Anche nel campo della fotografia Samuel F. B. Morse si dimostra un precursore, infatti, il 20 maggio 1840, è proprio lui a scattare il primo dagherrotipo sul suolo americano. Del resto la sua è stata una vita all’insegna dell’avventura artistica e scientifica e della scoperta, fino al fatidico 1837, quando vedrà la luce la sua invenzione più importante: il telegrafo elettrico. Nell’aprile del 1839, Morse pubblica un importante articolo sull’Observer, nel quale narra del suo incontro con l’inventore del dagherrotipo Louis Daguerre, durante un suo soggiorno a Parigi di poco precedente, e introduce i primi esempi di dagherrotipi, in verità già abbastanza noti negli Stati Uniti. La reale importanza del dibattito promosso da Morse circa la nascente fotografia, non è da individuarsi quindi su di un piano prettamente teorico, ma nella passione e nella curiosità che lui infuse nella scoperta di questo sorprendente mezzo di riproduzione della realtà e creazione di realtà altre, inf
Reggio Emilia - 11a edizione di Fotografia Europea
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In questi giorni Reggio Emilia ha aperto i battenti di alcuni dei suoi principali luoghi di cultura per ospitare l’undicesima edizione dell’attesissima rassegna “Fotografia Europea”. Diretta da Diane Dufour, direttrice del Centro Le Bal di Parigi, da Elio Grazioli, docente presso l’Università di Bergamo e da Walter Guadagnini, la rassegna porrà il suo focus sul tema dell’archivio come momento di sintesi tra memoria e valorizzazione delle ricchezze del passato e momento di riflessione per le evoluzioni del futuro. Dal 5 maggio al 9 luglio, i partecipanti saranno attorniati da un ricchissimo calendario espositivo, una miriade di visioni differenti, di opzioni interessanti e stimolanti provenienti dalle visioni e dagli approcci che numerosi artisti hanno avuto nel tempo nei riguardi dell’archivio, come tesoro di memoria e come momento di riflessione e miccia d’ispirazione per la creazione artistica. Paul Strand - The-Family, Luzzara, Italia, 1953 La storica e suggest
CRAF / Friuli Venezia Giulia Fotografia - Un lungo evento pieno di mostre, workshop ed incontri per tutti gli amanti della fotografia
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Una bellissima abitudine che si è rinnovata anche quest’anno, la rassegna organizzata e promossa dal CRAF (Centro di ricerca ed archiviazione della fotografia), con il sostegno della Regione del Friuli Venezia Giulia. Uno degli eventi più attesi dell’anni, ricchissimo di stimoli, spunti ed “aria” per tutti gli amanti della fotografia: mostre, workshop, laboratori d’incontro, di confronto e di arricchimento reciproco per tutti coloro che sono ammaliati dall’arte con la luce. L’evento, inaugurato con l’attesissima mostra di Evaristo Fusar “I grandi reportage”, visitabile fino a domenica, 28 maggio, si concluderà il 7 gennaio 2018, quando verrà chiusa l’esposizione retrospettiva “I fotografi veneti del Novecento”. L’evento del CRAF sarà costituito da un calendario fitto di interventi, dove i visitatori potranno incontrare mostri sacri del panorama fotografico nazionale. La mostra “Progettualità dello sguardo” permetterà inoltre di ammirare dal vivo lavori di autori che h
Il MNAF di Firenze, un luogo dove poter ripercorrere la storia della fotografia
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La Toscana e Firenze sin dagli albori della fotografia hanno ricoperto un ruolo di primo piano nell’evoluzione e nella divulgazione dell’arte e della tecnica fotografica; un contributo a tal proposito lo ha offerto anche il MNAF, il Museo Nazionale Alinari della Fotografia. Fin dal lontano 1852, la Società Fratelli Alinari ha avuto come sua mission quella della raccolta e dell’archiviazione di un vastissimo patrimonio fotografico, immagini e testi che negli anni hanno costruito una straordinaria memoria fotografica in grado di raccontare in maniera accurata la storia del nostro Paese. Nel 1998, l’archivio ha fondato la “Fratelli Alinari. Fondazione per la storia della fotografia”, che, negli ultimi due decenni, ha ricoperto un ruolo di primaria importanza nella tutela e nella valorizzazione del suo vastissimo patrimonio fotografico e storico, non soltanto immagini, ma anche oggetti in grado di raccontarci l’evoluzione inerente all’evoluzione tecnica in ambito fotografico.
Gli scatti di Mario Giacomelli in mostra al Ma*Ga di Legnano
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In occasione del Festival Fotografico Europeo il Ma*Ga di Legnano (Mi) ospita nelle sue sale 101 opere di Mario Giacomelli, uno tra i fotografi italiani più amati e conosciuti a livello internazionale. JohnSzarkowski , l’indimenticato e rivoluzionario direttore del museo MoMA di New York, nel 1963 inserì Giacomelli tra i cento fotografi migliori al mondo. L’esposizione, egregiamente curata da Enrica Viganò, ospiterà 101 scatti selezionati e disposti proprio dall’artista in occasione di una mostra che tenne nel 1984 a Lonato, cittadina alla quale Giacomelli donò alcune opere. “Ho sempre fotografato i miei pensieri”, questo è quello che diceva Giacomelli quando gli chiedevano di parlare della sua “arte con la luce”; un grande fotografo che non amava definirsi fotografo, ma un figlio di contadini e della sua terra marchigiana. Per lavoro gestiva un campeggio e una tipografia, e forse, proprio grazie a questo suo fare altro, a questo suo avere un continuo contatto con i
Ricordando il grande fotografo “amatoriale” Jacques Henri Lartigue
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Le sue sono foto che non possono lasciare indifferenti. Fin dalla sua prima fotografia, scattata all’età di sette anni, si comprende bene in quale misura Lartigue amava sorprendere gli osservatori e sorprendere sé stesso in questo suo serio e scanzonato “gioco” con la fotografia. Da quando ebbe in regalo la sua prima macchina fotografica Lartigue iniziò a raccontare con piglio ironico e attento tutta la sua feconda esistenza, lasciandoci poi in eredità ben 130 album pregni di emozioni e d’incontri. Un diario visivo pieno zeppo di annotazioni, come se insieme ad attimi da catturare con l’otturatore, Lartigue fosse in cerca anche del senso della vita. Fotografie anche di vita familiare, ma mai banali, frutto di attesa e studio per pot er rendere visioni particolarissime attraverso la resa dell’universo intimo del loro autore. La macchina fotografica era per Lartigue come un diario e come un vetro deformante sul quale lui possedeva la straordinaria capacità di