Fotografia e impegno civile: la potente lirica fotografica di Sebastião Salgado

Sebastião Salgado (Aimorés - Brasile, classe 1944), laureato in economia, approda soltanto dopo i suoi studi universitari al mondo della fotografia, imponendosi fin da subito sullo scenario fotografico internazionale grazie ai suoi scatti impregnati di tematiche forti e scottanti, come l’attenzione verso l’ambiente e gli stravolgimenti apportati dall’uomo sul corpo ferito della Terra, restando sempre “un occhio” ben attento nei confronti dei diritti degli ultimi, dei dimenticati, dei lasciati ai margini del meccanismo talvolta schiacciante di un’economia globalizzata.

Tra i suoi progetti più noti, si può certamente ricordare quello composto dalle fotografie scattate a Serra Pelada”, in Brasile; un luogo dove numerose persone provenienti un po’ da tutto il mondo erano giunte dopo che erano stati individuati lì dei filamenti auriferi. Sono foto molto forti, potremmo dire disperate, che ritraggono un groviglio di corpi spesso sommersi dal fango di una cava che sembra non avere fine, intenti in un lavoro massacrante, quasi da schiavi non costretti da nessuno se non dalla loro bramosia di oro e di ricchezza e dalla speranza di un avvenire migliore.

 Una curiosità:

Salgado scattava in maniera tradizionale su pellicola e in bianco e nero, preferendo una Leica 35mm, e apportando modifiche in post-produzione con pennello, per ridurre le ombre troppo sature, rivolgendo sempre una particolare attenzione alla resa dei toni della stampa finale.

Il suo passaggio al digitale è avvenuto, nel 2004-2005, all’inizio della realizzazione del progetto “Genesis”, quando ha considerato che avrebbe dovuto girare il mondo con circa 600 rullini di formato 220, con un peso di circa trenta chili per quello che riguardava la sola pellicola.
In seguito alle misure di sicurezza, adottate dagli aeroporti dopo i tragici attacchi dell’11 settembre 2001, le sue pellicole avrebbero dovuto attraversare numerose volte i dispositivi aeroportuali a raggi X, comportando la perdita di qualità e di dettaglio delle immagini contenute. Da allora Salgado ha deciso di utilizzare anche una fotocamera digitale Canon 1Ds Mark III.

Libri da leggere:







Un film da vedere:

Luigi Ventriglia

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